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Italiaoggi

Italia, primo produttore di vino a livello mondiale ... Davanti alla Francia, dove la raccolta è crollata del 19% ... Quest’anno l’Italia tornerà al primo posto tra i produttori mondiali di vino. Si riprenderà, anche se per un soffio, lo scettro che aveva dovuto cedere nel 2011 alla Francia. E quanto emerge dalle stime sull’andamento della produzione vitivinicola rese note da Federico Casteflucei, direttore generale dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino. Castellucci ha tuttavia parlato di una vittoria di Pirro, visto che le botti raramente sono state così vuote, sia in Italia che Oltralpe. La Francia ha accusato un crollo del 19% nella produzione a 40,4 milioni di ettolitri, seppur dopo un anno molto positivo. Quanto all’Italia, che al contrario si era trovata a fare i conti con una pessima vendemmia nel 2011, è riuscita a scavalcare Parigi con 40,8 milioni di ettolitri, anche se la produzione è scesa di tre punti percentuali. In Spagna, terza in classifica, il ribasso è stato del 6% a 31,5 milioni di ettolitri. In ambito europeo soltanto Grecia e Portogallo hanno potuto mettere il segno più davanti all’attività vinicola. Nel continente si è verificato un rallentamento del 9%. A livello mondiale sarà toccato il livello più basso di sempre a quota 248,2 milioni dì ettolitri, in calo di sei punti percentuali. Si sono mossi in controtendenza gli Stati Uniti (+7% a 20,5 milioni), ma questo non è bastato a modificare il dato di fondo negativo. Questa situazione si spiega con le difficili condizioni meteorologiche che hanno contraddistinto il 2012, ma anche con la contrazione dei terreni coltivati a viti. Nella scia dei contributi di Bruxelles per l’estirpazione di vigneti, un’operazione conclusa nel 201, le superfici sono diminuite di 270 mila ettari. Un calo sta avvenendo anche in Sudafrica e in Australia, mentre gli spazi aumentano negli Usa, in Argentina e in Brasile. Infine; sul versante del consumo, Castellucci sottolinea che, fino s non molto tempo fa, il 10% della popolazione mondiale beveva il 60% del vino. Ora questa fascia consuma meno, ma la base si è ampliata con l’ingresso dei cinesi e dei coreani. Però bisogna fare i conti con la crisi, che impedisce di avere numeri migliori. il consumo è stabile dal 2009 e, stando albi scenario peggiore, quest’anno vi sarà un calo del 3%. Nel frattempo l’export francese dà segni di vitalità: tra gennaio e agosto le vendite estere sono cresciute del 13% a 4,66 miliardi di euro trainate da champagne, bordeaux e bourgogne.


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