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Italiaoggi

Gli agricoltori tutti Agrinsieme ... Imprese e coop sotto un solo cappello per contare di più ... Oggi nasce un nuovo soggetto che è anche un nuovo modello di rappresentanza in agricoltura: si chiama Agrinsieme. Si tratta di un coordinamento associativo fondato da Cia, Confagricoltura e l’Alleanza delle Cooperative Italiane del settore agroalimentare (composta a sua volta da Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agrital Agci). Il nuovo sodalizio punta a realizzare in Italia una semplificazione della rappresentanza, riunendo in un unico organismo dotato di elevata massa critica imprenditoria e cooperazione agricole. In sostanza, le cinque sigle hanno l’ambizione di realizzare in Italia un organismo simile al Copa-Cogeca, il cartello sindacale che già rappresenta a livello europeo l’intero mondo della produzione agricola. Prima mossa: la stesura (già in corso d’opera) di un programma economico a partire dai settori cereali, pomodoro, agrumi e zootecnia. Piano, la cui attivazione scatterà in alcune aree del Paese, attraverso reti di impresa e formule di aggregazione produttiva. I numeri cui Agrinsieme vuol rappresentare sui tavoli della politica italiana sono da brivido: - oltre 1,5 mln di aziende agricole capaci di gestire più di 17 mln di ettari di territorio nazionale (il 60% della superficie del Paese); - un business agricolo da 250 mld di euro l’anno, pari al 16% del pii nazionale, di cui 50 mld rappresentati dal solo valore aggiunto generate da agricoltura e agroindustria; - un numero occupati pari a oltre 3 mm di persone; - un sistema di circa 6 mila imprese cooperative di 1° e 2° grado, con oltre 860 mila soci, capace di fatturare complessivamente ogni anno 35 miliardi di euro e con un grado di mutualità elevatissimo (l’86% della produzione utilizzata frutto di conferimenti dei soci). Un vero e proprio colosso, insomma, da cui resta esclusa Coldiretti, l’organizzazione di rappresentanza dei produttori agricoli maggiore per numero di associati, impegnata da anni in un progetto “assorbente” delle altre sigle agricole, attraverso il programma Filiera agricola tutta italiana. Che ha come presupposto la valorizzazione dei consorzi agrari e lo sbarco nella vendita diretta degli agricoltori, sia nelle catene gdo, sia in corner a marchio Campagna Amica. Chi comanda. Tornando ad Agrinsieme, il coordinatore generale del sodalizio tra imprese agricole e cooperative sarà uno dei presidenti delle organizzazioni socie, con una turnazione di durata annuale. A sua volta il coordinatore di Agrinsieme sarà supportato da un comitato, espressione delle organizzazioni associate nel sodalizio sindacale. Sul piano territoriale, invece, il modello organizzativo di Agrinsieme prevede coordinamenti territoriali e per singole filiere produttive. Gli obiettivi di lobbyng. Due le parole d’ordine del cartello sindacale: la rappresentazione di interessi e di una visione dell’agricoltura italiana, il coordinamento delle istanze sindacali per il raggiungimento di un’azione più “efficace” in termini di rappresentanza. Sul piano politico tutto ciò si tradurrà in una spinta lobbistica a favore di politiche l’aggregazione delle imprese agricole, con l’obiettivo di costituire strutture economiche orientate all’export. Verranno così attivate politiche di filiera e regolazione dei mercati, basate su nuovi organismi interprofessionali e reti di impresa, per rafforzare i rapporti con gdo e industria alimentare.A riguardo, il sodalizio vuole subito costruire nuovi strumenti di collaborazione tra i soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e distributiva.
In seconda battuta, Agrinsieme agirà in pressin sulle istituzioni per ottenere:
- il rilancio della ricerca e delle politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione;
- il sostegno al ricambio generazionale in azienda (anche attraverso nuovi corsi di formazione);
- il varo di strumenti di credito innovativi per le imprese agricole, che utilizzino anche strumenti assicurativi, fondi mutualistici e nuovi meccanismi messi a disposizione dalla futura Pac.
Azione anti-burocrazia. Su questo fronte Agrinsieme vuole: il riordino de gli enti agricoli e delle tecnostrutture operative nell’agroalimentare; La semplificazione del meccanismo Agea e la revisione del sistema Sin; l’unificazione di competenze in ambito nazionale e regionale, per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese agricole. Infine, sul piano delle risorse naturali, il sodalizio lavorerà per la valorizzazione delle imprese agricole come erogatrici di servizi eco-ambientali e per lo sviluppo delle biomasse e della chimica verde.


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