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Italiaoggi

Il vignaiolo banchiere ... Sono entrato in azienda dopo una laurea in legge Oggi il 68% della nostra produzione di vini va all’estero ... La carriera di Gianni Zonin, imprenditore vitivinicolo e presidente della Banca di Vicenza ... Ha realizzato con determinazione due grandi sogni per soddisfare la famiglia: quello della madre che lo voleva avvocato e quello dello zio paterno che lo desiderava in prima linea nell’attività vitivinicola. Oggi, Gianni Zonin, vicentino doc, è alla guida, con i tre figli tutti impegnati in azienda, di un modello dell’imprenditoria del vino made in Italy di qualità: la Casa Vinicola Zonin. Oltre a ricoprire l’incarico di presidente della Banca di Vicenza. Tutto ciò è reso possibile anche grazie alla fiducia delle e nelle persone che lo circondano.
“Sin dal 1821 ci sono documenti che attestano che la nostra famiglia possedeva un piccolo podere e coltivava vigneto nelle colline di Gambellara”, racconta Zonin. Uno sviluppo costante che ha una notevole accelerazione dal 1957 quando Gianni, ultimati prima gli studi in. enologia, poi conseguita la laurea in legge “come aveva chiesto mia madre”, fece ingresso in azienda accanto allo zio Domenico che, nel 1921, grazie alle vigne e ai terreni di proprietà della famiglia, iniziò a commercializzare vini, fondando la Casa Vinicola Zonin, della quale Gianni Zonin assunse poi la presidenza a soli 29 anni. Da quel momento la crescita aziendale non ha più conosciuto tregua: attuando per la sua famiglia una strategia basata sull’acquisizione di tenute e vigneti nelle regioni italiane a più alta vocazione viticola, sulla produzione divini di elevata qualità e sulla implementazione di scelte commerciali e di marketing sempre nuove e volte a far fronte alle molteplici richieste ed esigenze del mercato italiano ed estero, Gianni Zonin ha saputo con perseveranza e competenza portare la casa vinicola di famiglia a rappresentare oggi una delle più importanti realtà vitivinicole private in Italia e tra le principali a livello europeo. “Agli inizi degli anni Settanta, per produrre i vini più significativi d’Italia con uve di proprietà, iniziammo una mirata politica di acquisizioni”, afferma il presidente. “Iniziammo dalla Tenuta Ca’ Bolani in Friuli e successivamente acquisimmo le tenute toscane di Castello D’Albola, Abbazia Monte Oliveto e Rocca di Montemassi, fino all’astigiana Castello del Poggio per proseguire nell’Oltrepò Pavese con la Tenuta il Bosco. Pensando poi all’area mediterranea, acquistammo il Feudo Principi di Butera in Sicilia e la Masseria Alte- mura nel Salento, in Puglia. Negli anni 70 iniziò anche l’internazionalizzazione dell’azienda con l’acquisizione della proprietà di Barboursville Vineyards in Virginia (Usa) e un importante sviluppo dell’export dei nostri vini e spumanti prima in Europa e poi in America. Oggi la nostra famiglia conta circa duemila ettari di vigne. Distribuiamo, vendiamo e commercializziamo il 68% della nostra produzione sui mercati esteri in oltre 100 paesi e il processo di internazionalizzazione aziendale è in continuo sviluppo”, continua Zonin. La Casa Vinicola Zonin ha adottato un approccio commerciale orientato all’internazionalità, creando un business plan mirato per ogni area, nella consapevolezza che ogni mercato è diverso e unico. “In paesi chiave come Stati Uniti e Regno Unito sono state create due società indipendenti di distribuzione, al fine di gestire le vendite e il marketing localmente; recentemente, inoltre, a Tokyo sono state acquisite quote in una società giapponese di distribuzione e sono stati pianificati ulteriori importanti investimenti in tale direzione in Cina e Brasile, mercati enologici emergenti”. Da qualche anno, in questa affascinante sfida, che prevede traguardi sempre nuovi, lo affiancano i figli, Domenico, Francesco e Michele, con compiti diversi ma tutti strategici, nei ruoli di vicepresidenti. Gianni Zonin, dal 1996 è anche presidente della Banca di Vicenza, e nel 1989, è stato insignito dal presidente della Repubblica Italiana della prestigiosa onorificenza di cavaliere del lavoro.

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