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Italiaoggi

Al salto con l’Asti … Zonin: è una corazzata da export ... “La ricetta per il futuro del vino italiano? Ottima qualità, ottima comunicazione e prezzi equilibrati”. Gianni Zonin, il maggior imprenditore nazionale del settore, indica la strategia vincente dalla sua azienda “Il Poggio”, sulle colline astigiane. “La vendemmia 2012 si è rivelata la più avara degli ultimi 60 anni, peraltro tutti di sovrabbondanza cronica, e ora”, dice, “si comincia a ragionare su un buon rapporto tra produzione e consumi, che sono calati sotto i 40 litri pro capite a livello nazionale. Intanto l’export, pur dando ancora buoni risultati, frena: non c’è più una crescita a due cifre e si rischia di planare verso livelli risicatissimi. Abbiamo forse un anno di margine per invertire questa tendenza, ma se non si interviene ci saranno grossi problemi. Innanzitutto bisogna riuscire a sfruttare al meglio i fondi comunitari perla promozione”.Altri punti strategici su cui agire: spingere a fondo il miglioramento qualitativo con adeguati investimenti in vigneto e in cantina; migliorare marketing e immagine, perché sono ancora lontani da quelli della Francia, che dell’immagine in particolare ha fatto un vero caso di scuola; stabilizzare i prezzi promuovendo contratti triennali o quinquennali con la produzione, in modo da garantire un reddito certo e dignitoso per i viticoltori, unito ad una stabilità dei listini, soprattutto quelli internazionali. “L’export resta la vera chiave di volta del sistema”, avverte Zonin, “però non basta giocare bene in trasferta, è essenziale incrementare i flussi turistici verso l’Italia, integrando vino, arte, storia, paesaggi e gastronomia. Portare qui stranieri vuol dire creare un ritorno di immagine spontaneo nei rispettivi Paesi da cui i visitatori provengono”. Inoltre bisogna evitare autogol: “L’Asti è una corazzata dell’export, ma è stato surclassato come performance dal Prosecco, perché non è stato supportato da campagne 4 promozionali
adeguate, mentre si sono alimentate troppe diatribe sulla denominazione”. E qui Gianni Zonin ne cita una che lo coinvolge direttamente: “Avevo proposto di aiutare il Consorzio in una valorizzazione importante attraverso l’ingresso dei territori vocati del Comune di Asti nella Docg Asti. La proposta non è stata accettata. Ora spero che la querelle possa trovare una soluzione nel rispetto della legge sulle denominazioni d’origine, per aumentare il potenziale di questo straordinario prodotto”. Poi aggiunge: “Il Tar del Lazio con una sentenza ha annullato il decreto del ministero delle Politiche agricole che ampliava nel senso della mia proposta il territorio vocato, adesso la questione è nelle mani del Consiglio distato. Nel frattempo mi auguro di aver modo di spiegare a fondo i vantaggi di questa azione intrapresa per la tutela della denominazione”. E Zonin conclude: “Bisogna lavorare in positivo, le guerre interne esauriscono solo risorse e vanno a vantaggio della concorrenza. In California stanno valutando di impiantare massicciamente moscato, fatto che metterebbe a forte rischio importanti quote di export dell’Asti sul mercato Usa”.

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