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Iwsr: nel 2020 vendite di sparkling al -8%: a salvare la categoria dal baratro il Prosecco

Alle cadute di Champagne (-18%) e Cava (-14%), fa da contraltare la resilienza di Prosecco Doc (-7%) e Prosecco Docg (-2%)
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Gli sparkling nel 2020

Se c’è una tipologia di vino che ha sofferto particolarmente la congiuntura dell’ultimo anno, con la pandemia che ha tenuto chiuse per lunghi periodi le serrande di bar e ristoranti in buona parte del mondo occidentale, è quella degli sparkling. Vini legati alla celebrazione, alla festa, al momento dell’aperitivo e alla condivisione, poco si prestano al consumo casalingo, tanto che il calo dei consumi, secondo le stime del “Wine & Spirts Record” firmato Iwsr - International Wine & Spirits Research, si è attestato al -8%. In fin dei conti, meglio di quanto ci si aspettasse. Il merito, in termini percentuali, stando sempre ai numeri Iwsr, è del Prosecco. In totale, nel 2020, le vendite di ogni genere di sparkling si è fermata a quota 240 milioni di casse (ossia 2,88 miliardi di bottiglie). Il Prosecco Doc ha lasciato sul campo il 7% delle spedizioni (attestandosi a 452 milioni di bottiglie), il Prosecco Docg appena il 2% (chiudendo a quota 100 milioni di bottiglie), lo Champagne ha perso addirittura il 18% (per un totale di 245 milioni di bottiglie), e il Cava il 14% (fermandosi a 215,6 milioni di bottiglie). Per tornare alla situazione per pandemica, in termini di volumi di affari e di consumi, sempre secondo l’Iwsr, bisognerà aspettare il 2022, se non addirittura il 2023.

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