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L'APICOLTORE E’ UN OPERATORE A TUTTO CAMPO: DALL'AGRICOLTURA AL TURISMO, DALL'ARTIGIANATO ALL'AMBIENTE

Sulla futura evoluzione della politica continentale, un nuovo termine sta facendo sempre più spesso la sua comparsa: polifunzionalità. Ne ha parlato l'Unione Europea nelle diverse conferenze sullo sviluppo rurale in Europa: “il futuro della politica rurale europea, e quindi italiana, sarà fortemente caratterizzato da un approccio dinamico coi temi delle ruralità”. Un orientamento, questo, espressamente ricordato nelle conclusioni delle conferenze: - uno sviluppo rurale sostenibile deve essere la priorità assoluta all'ordine del giorno dell'Unione, nell'intento di invertire la tendenza dell'esodo rurale, di combattere la povertà, di stimolare l'occupazione e le pari opportunità, di migliorare la qualità dell'ambiente rurale per venire incontro al desiderio crescente di alimenti di qualità superiore, più sani e più sicuri, e di favorire lo sviluppo personale e le attività ricreative; - la politica di sviluppo rurale deve essere pluridisciplinare nella sua concezione e plurisettoriale nella sua applicazione e deve interessare tutte le zone rurali dell'Unione. Ma cosa è un’azienda polifunzionale? Con questo termine possiamo definire un'azienda agricola in cui l'attività produttiva di coltivazione e allevamento è connessa e integrata con altri settori (turismo, protezione dell'ambiente, artigianato, commercio, ecc...) che utilizzando parte delle risorse già presenti nell'azienda (superfici aziendali, edifici rurali, manodopera, competenza professionale dell'imprenditore, ecc...) traggono dalla connessione con l'attività agricola vantaggi sia di tipo generale (protezione dell'ambiente, rivitalizzazione socio economica del territorio) che individuale (maggiore reddito, migliore impiego dei fattori di produzione, soddisfazione personale). Si tratta, come si vede, di una concezione dell'unità aziendale più ampia di quella tradizionale che include sia attività di produzione materiale (la produzione agricola, la trasformazione dei prodotti, l'artigianato) sia attività di produzione immateriale (la salvaguardia dell'ambiente e le attività corsuali) e di servizi (il turismo ed il tempo libero) E con l'apicoltura questo ha qualcosa a che fare? Certamente sì. Possiamo anzi dire che sono poche le attività agricole che si prestano meglio dell'apicoltura ad un’interpretazione e ad uno sviluppo in chiave multifunzionale:

- dall'apicoltura si ottengono prodotti agricoli: il miele, la pappa reale, il polline, la propoli. Ma anche capi "zootecnici" selezionati: le regine e le famiglie d’api;

- dall'apicoltura si traggono benefici all'ambiente. Un recente studio svolto dal prof. Pinzauti (Università di Pisa) afferma che ben il 54% delle piante italiane dipende oggi totalmente dall'attività dei pronubi per la sua impollinazione;

- all'apicoltura possono essere validamente associate iniziative d’agriturismo, attività educative per i giovani;

- all'apicoltura possono essere collegate facilmente alcune attività nel campo dell'artigianato alimentare (dal semplice lavoro d’invasettamento all’elaborazione di prodotti più complessi) che ben si presentano a un tipo di commercializzazione diretta come è quella che prevede la vendita in azienda. Approfondirle tutte non è certo possibile. A titolo d’esempio, si evidenziano alcune delle possibilità che ha l'apicoltura di assumere un ruolo diverso, polifunzionale nello svolgere la sua attività:

- Apicoltori/Imprenditori agrituristici: ve ne sono già molti e una recente indagine campione ha recentemente rilevato che oggi circa il 10% delle aziende agrituristiche italiane alleva api. Né mancano esempi d’aziende agrituristiche che fanno dell'apicoltura la proposta qualificante del soggiorno (corsi di apicoltura, settimane verdi per le scuole, ecc...)

- Apicoltori/Commercianti: vendono direttamente la loro produzione: chi vende direttamente senz'altro viene ripagato dal suo lavoro e dagli investimenti che ha fatto; chi - il riferimento è ovviamente ad aziende piccole, di una cinquantina di alveari al massimo - dà tutto al grossista spesso vede ripagato il suo lavoro con la misera cifra di 5.000 lire all'ora.

- Apicoltori/Fornitori di servizi: il riferimento è anzitutto al servizio di impollinazione. Un settore d’attività davvero importante e di forte significato economico, come dimostrano gli studi condotti dal Prof. Mazzone (Università di Napoli). Dati sperimentali alla mano, Mazzone parla d’incrementi dai 12 ai 24 milioni per ettaro per la coltura in serra del peperone. Di oltre 6 milioni per la fragola, di 5, 5 per il melone. Ma parlare di fornitura di servizi è anche fare riferimento a chi volesse avventurarsi nella lavorazione per conto terzi del miele.

- Apicoltori/Custodi dell'ambiente: nelle loro aziende svolgono attività d’educazione ambientale, ma anche perché ben consci del ruolo che le api svolgono nell'ambiente. Senza trascurare poi la possibilità di darsi da fare per diffondere siepi e filari utili all'apicoltura, ma anche alla lotta biologica e come zone rifugio per la fauna selvatica. Apicoltori/Artigiani: utilizzano il proprio laboratorio non solo per l'invasettamento del miele, ma anche per allargare le proprie produzioni mediante la preparazione di marmellate, gelatine, confetture e di tutti quei prodotti in cui il miele entra come ingrediente principale: le mele passite col miele (sono una specialità della Val di Non), il miele con le noci, con le nocciole, le mandorle, ecc...

- Apicoltori/Agricoltori: sfruttano proprio le sinergie tra produzione agricola e apicoltura per rendere remunerative coltivazioni altrimenti destinate ad andare in perdita. E il caso dei piccoli frutti (rovo, lampone, che, oltre a dare un ottimo miele, se venduti direttamente in azienda permettono buone integrazioni di reddito, ma che non possono invece affrontare il mercato tradizionale a causa della concorrenza a prezzi "stracciati" del prodotto congelato d’importazione).

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