Accanto ai produttori “vip”, i cui nomi compaiono sempre più spesso nelle cronache dei giornali e delle televisioni, sono gli enologi ad occupare un ruolo sempre più importante nel mondo del vino. Winemakers - come vengono definiti oggi - che fanno la fortuna di un vino e di un territorio, e che sono per questo contesi dalle aziende a suon di parcelle “d’oro”. D’altra parte per ottenere un vino di grande qualità occorrono conoscenze adeguate ed alta professionalità, senza le quali oggi le aziende farebbero poca strada. Sono ormai sempre più lontani, i tempi in cui si trasmettevano i metodi tradizionali di produzione per via orale di padre in figlio.
Logico, dunque, che intorno a questa professione cresca l’interesse dei giovani. Ma quale strada seguire, quali studi deve percorrere un giovane che vuole praticare questa professione? Una risposta l’ha data la rivista “Civiltà del Bere” (ma, dentro la sezione InfoVino di WineNews è possibile trovare articoli dedicati alle "scuole del vino") che, in una recente inchiesta, ha evidenziato come oggi l’offerta formativa sia abbastanza ampia e, almeno per il momento, con buone prospettive d’impiego futuro. Ecco, dunque, i corsi universitari di laurea, ecco i master, i diplomi universitari e i corsi di specializzazione. E non è tutto: esiste una quantità incredibile di corsi di formazione a livello pubblico e privato, destinati a migliorare le conoscenze degli addetti ai lavori. Tutti ovviamente in aggiunta agli istituti tecnici agrari dai quali sono usciti, negli ultimi decenni, gran parte dei più affermati tecnici del settore.
La tendenza a portare la viticoltura su un piano universitario, e quindi più elevato, rappresenta un salto di qualità che si esprime in primis con l’istituzione nel 1993 della cosiddetta “laurea breve” in enologia della durata di tre anni. Durante quest’arco di tempo gli apprendisti enologi non solo hanno la possibilità di operare nei vigneti e nelle cantine, ma saranno impartite loro anche lezioni di laboratorio, marketing e gestione economica. Tutte competenze che fanno dell’enologo una figura altamente professionale.
Attualmente, sono oltre dieci le Università italiane che hanno istituito i corsi di laurea e altre sono in procinto di farlo, anche se la cosa non è così facile come potrebbe apparire: la voglia c’è, ma manca la disponibilità di docenti e di attrezzature. Non dimentichiamo, infine, che, oltre ai diplomi universitari, esistono i corsi di specializzazione post-laurea organizzati dalle Università di Torino e Napoli e i corsi organizzati da associazioni e privati, mirati all’insegnamento di determinate pratiche viticole ed enologiche e rivolti perciò prevalentemente a chi già opera nel settore.
Agnese Pellucci
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