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L’Italia si difende in termini di brand collettivo, ma non va oltre il quarto posto per potenza di brand, col podio tutto francese: i fine wine tricolori sono i secondi più cercati, ma con un vulnus distributivo. A dirlo i dati di wine-lister.com

L’Italia dei vini di lusso non arriva al podio nella classifica più recente di Wine-Lister.com, che ha comparato la presenza delle etichette top delle regioni vinicole più prestigiose nelle carte dei vini dei ristoranti più blasonati associandola alla loro diffusione in termini distributivi e alla loro popolarità. Così facendo, gli analisti della società hanno avuto modo di misurare secondo criteri quantificabili la performance dei “brand collettivi”, per così dire, di cinque aree produttive di fine wine, aggregando le performance delle 50 etichette di più alto livello di Bordeaux, Borgogna, California, Italia e Stati Uniti d’America. E nonostante l’ottima performance del Sassicaia, con il campione bolgherese principe sia delle ricerche online nel gruppo dei vini italiani che nella distribuzione, le etichette italiane non arrivano al podio, penalizzate con ogni probabilità da un livello di distribuzione che è il penultimo nella classifica (https://goo.gl/TL8BhP).
Bordeaux, Champagne e Borgogna si aggiudicano infatti il podio in termini di presenza nelle carte dei vini, con la prima che si aggiudica l’oro (è presente nel 31% delle carte, in media e con 5 etichette, oltre ad avere la più efficiente rete distributiva) e le altre due che sono comunque presenti in poco più e in poco meno del 25%, rispettivamente, delle carte dei vini esaminate. L’Italia non arriva al 20%, invece, ma in termini di singole menzioni è comunque sopra alla Champagne (3,3 contro 2), anche se ben sotto sia agli Stati Uniti che alla Borgogna (4.2 e 4.7 etichette presenti, in media, per carta presa in esame). In questo contesto, il case study del Sassicaia è per certi versi rappresentativo dello stato delle cose per quanto riguarda i fine wine tricolori. Il capofila dei Super Tuscan è il vino di lusso più popolare di tutto il Belpaese, e il più distribuito, ma la sua performance poco può fare di fronte a una capacità distributiva nazionale che è la seconda peggiore, in termini di performance, di tutta la classifica, e questo potrebbe essere benissimo il motivo per il quale i vini italiani top, nonostante la loro popolarità sia seconda solo a quelli di Bordeaux (23.838 ricerche mensili contro 6.292, con Champagne, Borgogna e Usa a seguire), hanno una performance complessiva che ha sicuramente margini di miglioramento.

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