La bellezza del territorio del Chianti Classico, tra la Siena del Medioevo e la Firenze del Rinascimento, la capacità delle aziende di prendersi cura del territorio e della sua cultura, e il fascino di una pratica antichissima. Sono gli ingredienti della nuova iniziativa di Rocca delle Macìe, tra le realtà di riferimento del territorio del Gallo Nero, della famiglia Zingarelli, che, dopo aver inaugurato “Galleria Trinità”, nel cinquantanni dell’uscita del film “Lo chiamavano Trinità” (prodotto da Italo Zingarelli, padre di Sergio che oggi guida l’azienda, e grazie al cui successo Rocca delle Macìe è nata, ndr), amplia i propri orizzonti di sostenibilità, diventando promotrice dell’antica “Arte della Falconeria” già riconosciuta dall’Unesco come un patumano vivente.
“Per celebrare il rapporto tra uomo, fauna e natura, la Famiglia Zingarelli - spiega una nota - ha deciso quindi di adibire un’ampia parte dei propri terreni, coperti ancora da vegetazione autoctona originaria di lecci, corbezzoli, ginestre, all’arte della falconeria, con l’istituzione della “Riserva Faunistico Venatoria di Rocca delle Macìe”, che diventa così il primo polo italiano dedicato all’esibizione, all’addestramento ed alla caccia ancestrale, praticata con i falconidi”.
Arte e disciplina millenaria, di cui era espertissimo l’Imperatore Federico II di Svevia, autore del trattato “De arte venandi cum avibus” (“L’arte di cacciare con gli uccelli”), la caccia con il falconi “vede l’uomo ed il rapace in un rapporto simbiotico pressoché unico in natura. In molto paesi - dal Medio Oriente all’Est Europa, dalle pianure siberiane fino alla Mongolia - rappresenta uno dei pochi legami ancora esistenti con le antiche tradizioni locali e con l’ambiente naturale”.
Da ora in poi, dunque, le colline del Chianti Classico di Rocca delle Macìe insieme alle scenografiche vigne e agli antichi ruderi, “saranno quindi popolate da falchi ed addestratori che, oltre ad accrescere la bellezza del territorio, aiuteranno anche a ristabilire un equilibrio naturale molto delicato ed instabile che troppo spesso - e per svariati interessi - è sempre stato sfavorevole alla fauna selvatica”, spiega l’azienda. Con il nuovo progetto faunistico di Rocca delle Macìe, sarà così implementato un nuovo programma di gestione delle diverse varietà di colture al fine di aiutare l’ecosistema rendendolo - anche se meno produttivo - più appetibile per la fauna selvatica e creando condizioni più naturali e più ricche di biodiversità.
“Saranno giorni dedicati interamente alla nobil caccia” - dichiara Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe - “nella cornice del territorio del Chianti, dove l’allegria e la voglia di condividere storie, rigorosamente intorno ad un tavolo e con un bel bicchiere di vino, non mancheranno sicuramente”.
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