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U.S. TOUR BY IEM A LOS ANGELES

La California, produttore, consumatore e terra di wine lover: meta perfetta per il vino italiano?

A WineNews il Master Sommelier Tim Gaiser: “c’è sempre curiosità, e quindi spazio, per le novità, specie per le denominazioni italiane”

Complessa e per nulla banale, la California è una sorta di Stato dentro lo Stato. Terra di confine, culla dell’industria cinematografica di Hollywood e dell’innovazione nella Silicon Valley, ha visto nascere il movimento Hippy negli anni Sessanta, che ha influenzato la cultura popolare di un’intera generazione, e la rivoluzione del cibo, biologico e locale, teorizzata e sostenuta da Alice Waters, che ha mosso i primi passi di un movimento diventato globale, e che si intreccia con l’ambientalismo e, per forza di cose, con il vino, che in California è un altro pilastro, economico, storico e culturale. Non è un caso che siano californiani quasi un terzo dei Master Sommelier Usa, vere e proprie istituzioni, che negli anni hanno formato migliaia di sommelier e wine lover in tutto il Paese, sotto la guida, dal 2003 al 2011, come Education Director, di Tim Gaiser, che del vino italiano ha un’idea ben precisa, e piuttosto comune da queste parti: “è il migliore al mondo, per diversità di varietà, microclimi, stili produttivi, e poi il suo rapporto con il cibo è impareggiabile. L’Italia in questo senso rappresenta una sfida continua - racconta Gaiser a WineNews, dalla tappa di Los Angeles dello U.S. Tour Simply Italian Great Wines firmato Iem - perché ci sono sempre nuovi territori e denominazioni da scoprire e far conoscere ed in questo il ruolo di noi wine educator può rivelarsi fondamentale. Nel lungo termine, infatti, l’obiettivo è quello di far conoscere e rendere interessante un determinato vino tra i consumatori, così da farlo arrivare sugli scaffali dei negozi e nelle liste dei ristoranti”.
Una sfida non da poco, se si pensa che qui si produce il 90% di tutto il vino americano, ossia 16,77 milioni di ettolitri l’anno, pari al 63% dell’intero consumo americano, su una superficie vitata di oltre 194.000 ettari. Eppure, la forza del Golden State, come mercato e non come produttore, è proprio questa: da patria del vino, conoscenza, curiosità e consapevolezza sono assicurati, e con essi livelli di consumi impareggiabili, che nel 2017 hanno toccato i 561 milioni di litri, il doppio della Florida e più del doppio di New York. Ecco perché c’è ancora spazio per crescere, anche con nuove denominazioni, come “i vini dell’Etna e del Friuli Venezia Giulia - riprende il Master Sommelier - ma anche quelli delle Marche, il Verdicchio su tutti, senza dimenticare il Trentino Alto Adige ed il Franciacorta. Tanti vini ancora da scoprire, che hanno bisogno di qualcuno che li segua da vicino, educando ristoratori e buyer, oltre che i consumatori, partendo dal loro punto di forza: sono perfetti a tavola. È vero che la California è di gran lunga il primo produttore del Paese, ma è anche il mercato di riferimento, perché c’è tanta curiosità e voglia di scoprire vini sempre nuovi, ovviamente di qualità. Di sicuro - conclude Tim Gaiser - il fatto che tanta gente lavori e sia legata al mondo del vino rende le cose un po’ più semplici che altrove”.

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