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“CARBONARA DAY”

La carbonara perfetta? Non è nei ristoranti stranieri: ricette storpiate e qualità discutibile

Coldiretti: viene “taroccata” in quasi tre casi su quattro (74%) con una tendenza a stravolgere la ricetta e ad usare ingredienti di minor pregio
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Oggi è il “Carbonara Day 2023”

La carbonara perfetta? Non per tutti i ristoranti, specialmente quelli stranieri. Uno dei piatti simbolo della cucina italiana viene “taroccata” in quasi tre casi su quattro (74%) con una tendenza a storpiarne la ricetta e ad usare ingredienti di minor pregio, come il bacon al posto del guanciale, quando non completamente inventati come il “Romano Cheese” di latte di mucca invece del Pecorino. I “tradizionalisti” rimarranno colpiti dai risultati di una indagine online realizzata da Coldiretti in occasione del “Carbonara Day”, che si celebra oggi, 6 aprile, e che quest’anno assume un significato particolare dopo “le fantasiose accuse del quotidiano inglese “Financial Times” secondo il quale il piatto sarebbe stato ideato dagli americani usando le razioni K al tempo della Seconda Guerra Mondiale”, commenta Coldiretti che sottolinea come “in realtà la carbonara è un primo piatto tipico della cucina laziale a base di uova, guanciale, pecorino romano grattugiato e pepe che nelle versioni estere assume purtroppo le forme più fantasiose”.
Un esempio? L’utilizzo negli Usa del cosiddetto “Romano Cheese” che, “oltre a non rispettare il rigoroso disciplinare di produzione, viene addirittura ottenuto negli Stati Uniti e in Canada dal latte di mucca e non di pecora”. Molte le varianti americane scovate dalla Coldiretti nei siti di ricette sul web che prevedono tra l’altro l’aggiunta di piselli surgelati, burro o basilico ma anche panna, un “orrore” commesso anche dagli inglesi.
Ma è lungo l’elenco dei piatti tricolori storpiati fuori dai confini, ricorda Coldiretti, dagli spaghetti alla bolognese che spopolano in Inghilterra, ma che non esistono nella tradizione nazionale se non nei “menù acchiappaturisti”, alla “Pasta with Meatballs”, quella con le polpette che nessun italiano servirebbe a tavola. Ed ancora, dal pesto proposto con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l’immancabile Parmigiano Reggiano e il Pecorino Romano, alla caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte.
La mancanza di chiarezza sulle ricette made in Italy offre peraltro, sostiene la Coldiretti, terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare “se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che vale oggi 120 miliardi di euro ed è causa di danni economici, ma anche di immagine”.
L’origine del nome di pasta alla Carbonara è incerta, dai movimenti carbonari a Carbonia, località sarda originaria di un cuoco che lavorava a Roma, fino all’aspetto conferito dal pepe che, aggiunto alla pasta, assomiglia al carbone. Per preparare la ricetta tradizionale occorre tagliare il guanciale a dadini e rosolarlo in una padella con poco olio fino a farlo divenire trasparente mentre a parte si grattugia il pecorino romano da aggiungere in una terrina con due uova sbattute e una manciata di pepe, amalgamando gli ingredienti per ottenere un condimento cremoso. La pasta cotta, conclude la Coldiretti, deve essere versata in padella e fatta saltare con il guanciale per un minuto per poi aggiungere il condimento mescolando molto rapidamente con il cucchiaio di legno per poi spegnere il fuoco e servire la pasta.

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