Se, nella tradizione antica che prosegue anche nei giorni nostri, la cucina e i fornelli sono “roba da donne”, nel mondo dell’alta cucina sono molti di più gli chef uomini. Da millenni sono storicamente le donne le portatrici della tradizione culinaria, che hanno reso possibile la sopravvivenza della cucina regionale: e allora perché il loro contributo nella cucina degli stellati è ancora così sottovalutato? Ad ogni modo, le chef che fanno dell’alta cucina il loro mondo ci sono eccome: nel 2016, 16 di queste hanno dato vita all’Atelier des Grandes Dames, donne diverse, ma unite dagli stessi valori fondamentali, ovvero la forza, l’empatia, la concretezza e la volontà di far emergere e sostenere tutte le potenzialità del talento femminile nell’alta ristorazione. E, come negli anni passati, anche nel 2019 il network creato dalla Maison Veuve Clicquot, tra le più prestigiose maison di Champagne, le ha riunite tutte a Milano, ieri, alla serata-occasione per parlare del ruolo della femminilità in cucina. Ma non solo: per il terzo anno, la Maison ha continuato la partnership con Michelin per il Premio Michelin Chef Donna 2019, che quest’anno ha premiato Martina Caruso, una stella Michelin del ristorante Signum a Salina, in Sicilia: una giovane chef determinata e delicata, che nella sua cucina esprime tutta la solarità della sua isola.
Come ogni anno, quindi, protagoniste della serata sono solo ed esclusivamente le donne: il desiderio di Veuve Clicquot è proprio che queste donne prendano consapevolezza della fondamentale importanza del loro approccio al mondo dell’alta cucina, che abbiano alle spalle un sistema in grado di sostenerle e che ne riconosca l’abilità nel giostrarsi tra la vita da imprenditrici creative e la vita da donne, con tutto ciò che ne deriva.
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