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LA STORIA IN BOTTIGLIA

La Classificazione dei Cru della Contea di Gorizia di Maria Teresa d’Austria la più antica al mondo

Per la prima volta dal 1787, i vignaioli d’Italia e Slovenia si sono riuniti per promuovere il territorio e fare del vino uno strumento di solidarietà

I vini più pregiati dei migliori vignaioli di quella che una volta era la storica Contea di Gorizia e Gradisca, un terroir eccezionale, grazie alla mitica Ponca, a cavallo tra Italia e Slovenia, fatto oggi di vigneti nel Collio italiano e in quello sloveno, la Brda, nei Colli Orientali e nella Valle dell’Isonzo, ad Aquileia, nel Carso e nella Vipava, riuniti per la prima volta dai tempi di una delle regnanti più importanti della storia, l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria artefice della loro Classificazione come Cru pubblicata nel 1787, la più antica al mondo (quella dei vini di Bordeaux è del 1855, ndr), redatta seguendo il sistema Tavolare e con l’unico criterio della “bontà”. Ecco i Cru di Maria Teresa d’Austria, la cui Classificazione è stata riportata alla luce dallo storico italiano Stefano Cosma e, grazie a questa scoperta, è nata l’“Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa”, voluta da Charles-Louis de Noüe, rappresentante di una delle più importanti famiglie del vino di Borgogna (con Domaine Leflaive), e da Alis Marinič della storica famiglia di produttori nel Collio sloveno Marinič, fondatori, insieme, di Domaine Vicomte de Noüe-Marinič. Una storia affascinante il cui valore va ben oltre la bottiglia, raccontando di un territorio che ha segnato la storia d’Europa, per secoli teatro di guerre nel triangolo tra l’Austria, la Slovenia e l’Italia, dove ora il vino è un simbolo ed un laboratorio di pace.
Tra i regnanti più importanti della storia, Maria Teresa (Vienna, 13 maggio 1717 - Vienna, 29 novembre 1780) fu Arciduchessa regnante d’Austria, Regina apostolica d’Ungheria, Regina regnante di Boemia e di Croazia e Slavonia, Duchessa regnante di Parma e Piacenza, Duchessa regnante di Milano e Mantova e inoltre Granduchessa consorte di Toscana e Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I di Lorena, fondatrice con il marito del casato degli Asburgo-Lorena, e madre degli Imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, nonché di Maria Antonietta, Regina di Francia, e Maria Carolina, Regina di Napoli e Sicilia. La Contea principesca di Gorizia e Gradisca era un’antica contea appartenente alla monarchia asburgica. Già parte del litorale austriaco, si trova all’attuale confine tra Italia e Slovenia, estendendosi dalla costa adriatica alle Alpi Orientali, e deve il suo nome alle due città più importanti, Gorizia e Gradisca d’Isonzo. Territorio da sempre vocato ai grandi vini, è qui che il 17 marzo 1787, fu emessa una circolare dalla “Cesarea regia superiore commissione per regolamento della contribuzione”, contenente la “Classificazione de’ vini prodotti nelle unite principate della Contea di Gorizia e Gradisca in riguardo alla loro bontà”.
“Capitale Europea della Cultura nel 2025” con Nova Gorica, Gorizia ha un legame fortissimo anche con la Francia, il cui ultimo Re Borbone, Carlo X (Versailles, 9 ottobre 1757 - Gorizia, 6 novembre 1836), fratello minore del Re Luigi XVI, ghigliottinato nella Rivoluzione Francese con la moglie Maria Antonietta, scelse la città per il suo esilio chiedendo di essere sepolto nel seicentesco Monastero francescano di Castagnevizza, a Nova Gorica, unico monarca la cui tomba si trova fuori della Francia. Ma i francesi hanno sempre amato questa terra, da Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, al Conte de Chambord, seppellito con il Re ed altri membri della casa di Borbone di Francia nello stesso Monastero, ed al Conte Latour che nel 1850 portò nella Contea i vitigni francesi come lo Chardonnay, il Sauvignon e il Pinot, accanto al grande Ribolla.
La particolarità della Classificazione dei Cru di Maria Teresa d’Austria “sta anche nel fatto che poteva essere redatta in tedesco, lingua madre dell’Imperatrice, o in francese, la più diffusa dell’epoca, ma invece fu scritta in italiano, la lingua dell’opera, legata al mondo delle arti nel quale in questo modo rientrava anche il vino”, spiega, a WineNews, Charles-Louis de Noüe. L’“Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa”, nei mesi scorsi, ha promosso la prima “Asta dei Grandi Vini della Contea per la Pace” a favore del Monastero di Castagnevizza, battuta dalla casa d’aste Artcurial nelle sue antiche cantine. Contesi da collezionisti italiani, sloveni, francesi e giapponesi, i 18 lotti in barrique donate dai produttori italiani e sloveni dei Cru di Maria Teresa d’Austria, in purezza e provenienti dalle varietà pregiate per il vino bianco Chardonnay, Ribolla Gialla, Friulano/Jakot e Malvasia d’Istria, e per il vino rosso Pinot Nero, Refosco e Merlot - 14 quelli aggiudicati con base d’asta di 3.000 euro, per ricavarne 300 bottiglie numerate e personalizzate con il nome del proprietario scritto a mano - hanno permesso di raccogliere 62.400 euro per il restauro degli affreschi della Chiesa dell’Annunciazione.
Battuta dal Maitre Stephane Aubert di Artcurial e presieduta da Fra’ Niko Žvokelj, Padre Superiore del Monastero, che nel 2023 celebrerà 400 anni di storia, “l’asta sarà replicata anche il prossimo anno, il 27 e 28 ottobre 2023”, sottolinea Charles-Louis de Noüe, per beneficenza. Ma anche “per promuovere l’altissima qualità dei vini di questo territorio transfrontaliero”, ha sottolineato Riccardo Illy, Console onorario di Francia a Trieste che ha presieduto sempre all’incanto (e presente anche con il Polo del Gusto), con vip da Slovenia, Italia e Giappone, come Silvio Jermann e Koichi Sakaguchi, tra i maggiori esportatori di vino nipponici.

Focus - I “Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa”
Rocca Bernarda
Domaine Marjan Simcic
Lucio Bernot - Casa delle Rose
Vini Noüe Marinic
Carolina Jakoncic Winery
Ritter De Zahony
Fabian Korsic
Nebo Winery
Kmetija Princic - Tomaz Princic
Valter Sirk
Kristancic
Vina Leban
Vina Stekar - Jure Stekar
Persolja Zarova
Rokovi Vinogradi - Andrej Sirk
Klet Brda

Focus - L’amore dei francesi per il Collio goriziano
L’amore dei francesi per il Collio goriziano e per i suoi vini ha radici antiche, quand’era tutt’uno con la Goriska Brda. Forse nasce dalla voglia di accomunare due territori, come fa Lodovico Bertoli nel 1747, affermando nel suo “Le vigne ed il vino di Borgogna in Friuli” che il Pinot Nero altro non sia che il Refosco. Nel 1881, il Console del Portogallo scrive persino che il Prosecco spumante della costiera triestina “a beaucoup d’analogie avec le vin de Champagne”! Ma è con la Rivoluzione francese che arrivano i primi esuli, come Albert-François de Moré, Conte de Pontgibaud, che nel 1791 si stabilisce a Trieste con lo pseudonimo di Giuseppe Labrosse, acquistando poi vaste proprietà agrarie nella Contea di Gorizia, vicino a Ronchi. Quindi sarà la sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi, a possedere una tenuta a Villa Vicentina, dove tutt’ora si produce vino, e a Canale (oggi Kanal in Slovenia) vicino a Gorizia. Quest’ultima l’acquisterà il Duca de Blacas d’Aulps (1771-1839), gentiluomo di camera di Carlo X, giunto a Gorizia nel 1836 e sepolto assieme a lui al Monastero della Castagnavizza: la cosiddetta “Saint-Denis de l’exil”, anch’essa oggi in Slovenia. Il figlio, Louis di Blacas, possiederà per decenni anche un’azienda vinicola a Castel San Mauro, a valle di Oslavia, con i vigneti affacciati sull’Isonzo. Ma certamente il più noto e più citato vignaiolo francese trapiantato nel Collio è il conte Teodoro La Tour en Voivre, che nel 1868 sposa la goriziana Elvina Ritter de Zahony e costruisce quella che conosciamo come Villa Russiz. Sarà lui a portare i vitigni francesi in Friuli e a collezionare premi, diplomi e medaglie per i suoi vini. Nel 1888, ad una fiera, porta in assaggio Riesling, Traminer, Franconia, Borgogna rosso, Bordeaux rosso e Carmenet. Oggi è il Visconte Charles-Louis de Noüe ad essersi innamorato della Goriška Brda per produrre vini con Alis Marinič della storica a Vedrijan, località inserita tra le migliori per la sua vocazione vitivinicola già nel 1787, poco distante dal Castello di Dobrovo, che nel 1880 etichettava le sue bottiglie sotto il nome di Château Dobra.
Fonte: “Grands Vin de la Conte pour la Paix”, Catalago d’Asta Artcurial

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