Non è la prima volta che si sentono notizie di questo genere, ma certo lo “scherzo” organizzato dalla RTBF, la televisione pubblica belga, è di quelli capaci di gettare un’ombra piuttosto lunga sulla credibilità dei concorsi enoici internazionali e relativi premi. La storia, che gira da tempo sui social e sui siti specializzati, negli ultimi giorni, ha conquistato la ribalta, e vale quindi la pena ricordarla. Nel maggio un vino di dubbia qualità, venduto abitualmente nei supermercati a 2,50 euro a bottiglia, è stato ri-etichettato sotto il brand inventato “Le Chateau Colombier”, e presentato alla “Gilbert & Gaillard International Wine Competition” ad Hong Kong. Dove, tra lo stupore degli autori tv, ha conquistato un’inattesa medaglia d’oro.
Vi risparmiamo le note di degustazione, e andiamo dritti al punto: il servizio di “Pigeons” era volto a dimostrare l’inaffidabilità di buona parte dei concorsi enoici in giro per il mondo, e sembra esserci riuscito. Diciamo “sembra” perché dal servizio il concorso firmato dalla Gilbert & Gaillard, guida nata nel 1989, tradotta in 9 lingue e venduta in 22 Paesi nel mondo, non proprio l’ultima delle guide al vino, emerge chiaramente come ci sia una giuria di appassionati ed una di professionisti: va da sé che lo spessore del premio non sarà altissimo, specie perché i vini premiati (ma non è certo l’unico caso) sono spesso più del 30% di quelli in concorso.
Chiunque lavori in questo ambito, del resto, sa bene - o almeno dovrebbe - che di degustatori nel mondo del vino ce ne sono centinaia, forse di più, dal sommelier al critico internazionale al degustatore alle prime armi. Colpirne uno, per mettere in croce un’intera categoria, è un esercizio che lascia il tempo che trova. Del resto, a chiunque può capitare di sbagliare, i casi di infallibilità sono decisamente rari, e per quanto riguarda la “gerarchia” di premi e medaglie è il mercato a deciderla, non uno scoop della televisione di Stato belga.
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