L’Italia è in testa alla classifica europea per volume d’affari dei ristoranti, che nel 2023 ha raggiunto i 41 miliardi di euro. A livello globale invece, la nostra cucina vale oltre 240 miliardi di euro, superando il valore raggiunto nell’anno precedente pari a 228 miliardi (+5,4%), e a fronte di una valutazione complessiva mondiale di 2,797 miliardi. A dirlo è la nuova edizione del report “Foodservice Market Monitor” di Deloitte.
Lo studio analizza due diverse categorie di ristorazione: i “full service”, ovvero il ristorante tradizionale con servizio al tavolo, e le catene. Nella prima l’Italia si conferma leader in Europa segnando anche una crescita del +9,6% sull’anno precedente, mentre è più indietro sulla seconda: l’incidenza del cibo in franchising sul totale del mercato italiano rimane piuttosto bassa (10%), anche se la crescita su base annua delle catene nel nostro Paese è allineata all’andamento globale.
“Il comparto Foodservice italiano continua a registrare ottimi risultati e quest’anno il valore globale di quella che possiamo definire come “cucina italiana nel mondo” è cresciuto ulteriormente - ha detto Tommaso Nastasi, partner e value creation service leader Deloitte Italia - un segnale molto positivo che va di pari passo con i risultati dei “Full service restaurant”: il nostro Paese è il primo in Europa per valore generato. Per quanto riguarda le catene, nonostante l’incidenza in Italia sia ancora relativamente inferiore rispetto alla media mondiale, la traiettoria di crescita è allineata al trend globale. A livello globale vediamo che il mercato è in crescita, con una spinta significativa in arrivo dai Paesi asiatici. Tra i trend più interessanti da monitorare c’è una probabile ulteriore crescita dello Street Food, che è sempre più amato dai consumatori di tutto il mondo”.
Cristian Biasoni, presidente Aigrim-Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzata, guarda al futuro con fiducia: “i dati Deloitte fotografano un settore con ottime prospettive e un tasso di crescita 2023-2028 che sfiora il 4%. A livello italiano, di particolare interesse è il settore della ristorazione a catena, per cui sono previsti ampi margini di sviluppo proprio per l’attuale minor penetrazione di mercato. La crescita sarà guidata da alcuni trend principali, quali l’aumento dei consumi food fuori casa e la polarizzazione dei gusti dei consumatori, sempre più attenti all’experience e a scelte di consumo che si traducono nella loro identificazione con i brand”.
Secondo gli studi infatti, i consumatori sono alla ricerca sempre di più un’offerta personalizzata, sia in termini di prodotto che di servizio, mostrando un forte interesse nel formato di “eatertainment”, ovvero ristoranti che presentano una forte componente di intrattenimento. In termini di abitudini di consumo, la sperimentazione della settimana corta in oltre 20 Paesi induce i ristoratori a considerare anche il venerdì come una giornata festiva, favorendone la redditività. Inoltre, si verifica sempre più frequentemente il fenomeno dello “snacking”, con i consumatori che preferiscono fare più piccoli pasti durante la giornata invece dei pasti tradizionali.
Per il mercato del foodservice si stima una crescita a un tasso composto di crescita annuale tra il 2023 e il 2028 del +3,8%, con un possibile valore al 2028 di 3,370 miliardi di euro, trainato principalmente dai Paesi Asia e Pacifico e Row. Per l’America del Nord e l’Europa si prevede una crescita lievemente inferiore rispetto alla media del mercato. Grandi aspettative, invece, sullo Street Food, che potrebbe essere la categoria leader della crescita del mercato nei prossimi anni con un tasso composto di crescita annuale del +5,5%.
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