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LO SCENARIO

La ristorazione italiana vale 228 miliardi di euro (+11% nel 2022). Quasi il 10% di quella mondiale

I dati del report “Foodservice Market Monitor 2023” di Deloitte. Nel mondo cresce il delivery, ma nel Belpaese dominano i locali tradizionali
DELOITTE, FOODSERVICE, RISTORAZIONE, Non Solo Vino
I simboli della cucina italiana (l’illustrazione è di Macrovector su Freepik)

Il mercato della ristorazione a livello globale, nel 2022, ha raggiunto i 2,6 trilioni di euro riallineandosi ai valori pre-pandemia, mentre riprende la crescita a doppia cifra (+11%) della cucina italiana nel mondo, che registra un valore complessivo di 228 miliardi. In Italia, i ristoranti “Full Service” rappresentano la metà del mercato, un dato che ci rende il primo Paese europeo per dimensioni in questo segmento. Emerge dell'edizione 2023 del report Foodservice Market Monitor “Frontiere evolutive per il settore del Foodservice”. A livello globale, la cucina italiana presenta una significativa penetrazione (19%) nel mercato dei ristoranti tradizionali. I ristoranti di cucina italiana sono principalmente posizionati nel mondo come “Value-for-money” (ovvero quelli che presentano un buon rapporto qualità-prezzo), mentre i Paesi asiatici risultano avere la maggiore incidenza di ristoranti italiani “Premium Price”. Il delivery, esploso in Pandemia, ha aumentato la sua share sul mercato totale passando dal 5% al 19% (2016 vs 2022), grazie a una crescita significativa per il sesto anno consecutivo, mentre il segmento “Travel” è quello che ha evidenziato la crescita maggiore (+43% nel 2022 sul 2021). A livello di aree di mercato, la regione Asia Pacifico rappresenta il 41% del totale del mercato della ristorazione, seguita da Nord America (27%) ed Europa (19%).
E, guardando al futuro, secondo le stime Deloitte, il mercato mondiale del Foodservice continuerà a crescere nei prossimi anni, con un tasso di crescita aggregato del 4,5% all'anno fino al 2027, trainato ancora dai Paesi Asiatici (+6,4% annuo), mentre Nord America e Europa faranno peggio della media, con un +2,5% ed un +2,8%. I ristoranti “Full Service”, infine, continueranno a essere la tipologia prevalente nei prossimi anni, ma a crescere di più saranno bar e caffè.
Analizzando il mercato globale per tipologia di ristorante, il Foodservice è costituito principalmente da ristoranti “Full Service” (ovvero tutti i locali con servizio al tavolo, una qualità del cibo relativamente più elevata rispetto a quelli “quick service”, con un offerta che può includere colazione, pranzo e cena, tanto nel segmento del “fine dining” che in quello “casual”, ndr), che rappresentano il 46% del totale, con un’elevata concentrazione in 10 Paesi che coprono il 78% del mercato totale. In Italia, i ristoranti “Full Service” rappresentano la metà del mercato, un dato che ci rende il primo Paese europeo per dimensioni in questo segmento.
Inoltre, dallo studio, emerge che se le catene pesano un terzo del mercato totale del Foodservice nel mondo, mostrando una crescita a doppia cifra nel 2022 (+19,4%), principalmente trainate dal Nord America, in Italia, l’incidenza è notevolmente inferiore, rappresentando solo il 9% del totale nel 2022, nonostante il notevole incremento evidenziato nell’ultimo anno (+44,4%), in cui si è osservata una significativa riduzione dei ristoranti indipendenti, gravemente colpiti dalle restrizioni della pandemia.
“La ristorazione si conferma un comparto sempre più importante per l’intera filiera del food. Le imprese di questo settore, per continuare a crescere, dovranno innovare il loro modello di business mettendo i consumatori e la sostenibilità al centro. Un ulteriore salto di qualità del Foodservice non può prescindere dalla coesione tra i diversi attori della filiera, tramite aggregazioni e partnership che valorizzino il territorio e le sue eccellenze imprenditoriali”, ha commentato Tommaso Nastasi, partner e value creation service leader di Deloitte Italia.
“La pandemia - aggiunge Nastasi - ha modificato i gusti dei consumatori che sono sempre più attenti ai temi legati alla sostenibilità, mostrando maggior interesse verso le soluzioni Plant-Based e ai prezzi, per via della forte inflazione registrata nel 2022. Anche la diffusione del lavoro ibrido ha sensibilmente modificato le abitudini dei consumatori, che prediligono consumare pasti fuori casa nell’orario serale piuttosto che a pranzo. Infine, la ripresa del turismo ha dato un notevole contributo alla ripresa del mercato della ristorazione, aumentando i flussi di visitatori, più propensi a spendere. Per adeguarsi alle mutate preferenze dei consumatori, gli operatori stanno adattando la loro value proposition sia in termini di innovazione di prodotti, per esempio introducendo più opzioni vegetariane e Plant-Based, che di customer experience, attraverso l’uso di strumenti digitali”.

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