E’ uno dei pochi esemplari in Italia. Forse l’unico per età, per storia e per tradizione: stiamo parlando dell’olivo di Sant’Emiliano, ormai uno dei capolavori di Trevi, la storica cittadina perugina e capitale dell’olio extravergine dell’Umbria, l’unica regione tutta a Denominazione d’Origine Protetta in Italia. Questa meraviglia della natura ed imponente simbolo di longevità, che è lì da 1700 anni e che la leggenda vuole come quello dove San Francesco predicava agli uccelli (e che si può vedere negli affreschi di Giotto ad Assisi o del Gozzoli a Montefalco) è stato il “festeggiato speciale” a dicembre ’99 di “Frantoi Aperti”, un evento-itinerante (con 3000 turisti che vi hanno partecipato) che ha toccato undici luoghi storici dell’Umbria (Bettona, Foligno, Giano dell’Umbria, Montefalco, Spoleto, Orvieto, Arrone, Trevi, Spello, Torgiano, Perugia), con tanto di soste per degustazioni guidate d’olio extravergine e per spiegazioni sui segreti di un antico e straordinario alimento.
“L'olio extravergine d’oliva può insomma diventare - commenta Marco Caprai, presidente del Centro Agro Alimentare dell'Umbria - come il vino, e non solo per essere motivo di scoperta del prodotto o delle ricchezze del territorio in cui esso ha origine, quanto piuttosto per strategie più complessive. L’esperienza dell’Umbria, che ricordo è l’unica regione con tutta la produzione di extravergine Dop, indica quale sia il percorso per l’affermazione dell’olio “made in Italy”: utilizzare molto di più le Dop e le Igp (in Italia rappresentano soltanto lo 0,5% della produzione) perché il mercato è convinto dai marchi delle denominazioni di origine, che catturano sempre più l’attenzione dei consumatori e della piccola e grande distribuzione”.
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