Se è vero che non è mai facile per una donna sfondare il tetto di cristallo, lo è ancora di più quando ci si muove in ambienti tradizionalmente maschili. E la ristorazione, almeno a leggere l’autobiografia di Sally Abé, celebre chef del prestigioso ristorante “The Pem” a Londra, continua ad esserlo, nonostante i cambiamenti in atto. Nel suo libro, per ora disponibile solo in inglese, “A Woman’s Place is in the Kitchen” (Fleet, 246 pagg, 27,71 euro) la giovane chef racconta la sua esperienza di formazione in un ambiente maschile, tra insulti, minacce e orari impossibili. Imputato principale un ristorante stellato - di cui lei non fa il nome - in cui ha lavorato per due anni, prima di trovare il coraggio di scappare via.
Quel locale celebre rappresentava per lei un’esperienza unica di formazione: ma fin da subito Sally si accorge di qualcosa che non andava, a partire dagli atteggiamenti denigratori da parte dei superiori, dai turni impossibili che cominciavano alle 6 di mattina per finire alle 2 di notte, e di un clima generale di terrore e sottomissione. L’ennesima conferma di come nelle cucine professionali vada ancora in scena una gara tra gladiatori dell’ego maschile. Perché allora, si chiede Sally Abé, sentiamo anche il ritornello misogino secondo cui le donne “appartengono alla cucina” se, in un contesto professionale, ne sono quasi cancellate?
“A Woman’s Place is in the Kitchen” è un manifesto commovente: alza il sipario sulle cucine dei ristoranti per mostrare come si stia cercando di cambiarle in meglio. Pieno di storie di cibo stellato Michelin, dell’implacabilità di certi ambienti di lavoro e della speranza per il futuro del panorama culinario, questo libro di memorie è destinato a diventare un classico.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024