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RAPPORTO QUALIVITA-ISMEA

La “Dop Economy” italiana cresce ancora: 19,1 miliardi di euro alla produzione (+16,1%) nel 2021

Al top per valore Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosecco Doc, Prosciutto di Parma e Mozzarella di Bufala Campana. Vino comparto leader

Un calice di Prosecco, una scaglia di Parmigiano Reggiano, una fetta di Prosciutto di Parma, un pezzo di Mozzarella di Bufala Campana. Quello che raccontato così sembra un classico aperitivo, in realtà, è la rappresentazione nel calice e nel piatto delle Dop e Igp più “preziose d’Italia”, summa di quella “Dop Economy” che, nel 2021, ha toccato un valore alla produzione di 19,1 miliardi di euro (+16,1% sul 2020), un export di 10,7 miliardi di euro (+12,8%), con un peso del 21% sul valore totale dell’agroalimentare Italiano. Grazie al cibo, che vale 8 miliardi di euro, con 319 prodotti Dop e Igp, e soprattutto al vino, che ne vale oltre 11, con 526 denominazioni e indicazioni di origine, che portano il totale a 845, quasi il doppio sulle 445 del Duemila. Una ricchezza diffusa, in termini di storia, gusta, cultura, biodiversità ed economica, con ricadute su tutte le Regioni, tutte le Province e su quasi tutti i 7.904 Comuni italiani. A livello regionale, guida il Veneto, con 4,8 miliardi di euro (quasi tutti imputabili al vino), davanti ad Emilia Romagna (3,6 miliardi di euro) e Lombardia (2,1), anche se la Regione in cui Dop e Igp pesano di più sul valore totale del settore agroalimentare è il Friuli Venezia Giulia, dove i prodotti certificati valgono 1,1 miliardi di euro, il 63% del totale regionale. Ecco gli atout del Rapporto Ismea-Qualivita n. 20, presentato oggi a Roma. Da cui emerge un quadro che delinea una grande forza propulsiva da parte delle filiere dei prodotti Dop e Igp, da sempre espressione di un patrimonio economico per sua natura non delocalizzabile, frutto del lavoro coeso di un sistema complesso e organizzato che, in tutto il territorio nazionale, coinvolge 198.842 operatori e 291 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero.
L’impatto economico della “Dop economy,” dopo aver subito nel 2020 un ridimensionamento in 13 Regioni, spiega Qualivita, torna a crescere in ben 18 Regioni italiane, e in 10 di queste registra una progressione a due cifre. Le quattro regioni del Nord-Est accrescono il proprio ruolo di traino economico e per la prima volta superano i 10 miliardi (10,6 miliardi di euro) arrivando a rappresentare il 55% del valore complessivo nazionale del settore Dop e Igp, con una crescita del +19,1% che va ben oltre il recupero del calo del 2020. Veneto e Emilia-Romagna non solo si confermano le prime regioni in assoluto per valore, ma riportano una crescita rispettivamente del +28% e del +11% sul 2020. Le regioni del Nord-Ovest con 3,8 miliardi di euro segnano un +10,8%, con il contributo principale di Lombardia (+7,2%) e Piemonte (+15,4%), mentre quelle del Centro raggiungono 1,7 miliardi di euro per un +15,5%, guidate dalla Toscana (+18,6%). Ma il dato più interessante riguarda l’area “Sud e Isole”, l’unica a crescere nel 2020 (+7,5%) e nel 2021 con 3,0 miliardi di euro segna un ulteriore +13,2% con valori sempre in ascesa per Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Sul fronte delle esportazioni, le Dop e Igp agroalimentari e vitivinicole, nel 2021, spiega il rapporto, raggiungono i 10,7 miliardi di euro, per un peso del 21% nell’export agroalimentare italiano complessivo, un risultato che è somma di un “doppio record” con il cibo a 4,41 miliardi di euro e un +12,5% su base annua e il vino a 6,29 miliardi di euro (+13,0%). In particolare si registrano crescite a due cifre per le principali categorie, dai formaggi (+15%) agli aceti balsamici (+11%) ai prodotti a base di carne (+13%). Il vitivinicolo è trainato dai vini Dop (+16%), con in testa gli spumanti (+25%).

Focus - Il cibo Dop e Igp e Stg: l’agroalimentare ad Indicazione Geografica risponde al post-pandemia con crescita al +10%
L’agroalimentare italiano Dop, Igp ed Stg coinvolge 85.601 operatori, 167 Consorzi autorizzati e 43 organismi di controllo. Nel 2021 ha raggiunto i 7,97 miliardi di euro di valore alla produzione mettendo a segno un incremento del +9,7% in un anno e del +26% nel decennio. Al consumo il comparto tocca quota 15,82 miliardi di euro per un +4,5% su base annua. Ed è proseguita anche nel 2021 la corsa dell’export con 4,41 miliardi di euro (+12,5% sul 2020), un valore raddoppiato dal 2011 (+99,6%). I mercati principali si confermano gli Usa (832 milioni di euro), la Germania (791 milioni di euro), la Francia (601 milioni di euro), il Regno Unito (210 milioni di euro) e la Spagna (205 milioni di euro).
I prodotti Dop con il maggior valore alla produzione sono, nell’ordine, il Parmigiano Reggiano Dop (1,6 miliardi di euro), il Grana Padano Dop (1,4 miliardi di euro), il Prosciutto di Parma Dop (650 milioni di euro), la Mozzarella di Bufala Campana Dop (459 milioni di euro), l’Aceto Balsamico di Modena Igp (402 milioni di euro), il Gorgonzola Dop (377 milioni di euro), la Mortadella di Bologna Igp (342 milioni di euro), il Prosciutto di San Daniele Dop (333 milioni di euro), il Pecorino Romano Dop (302 milioni di euro) e la Pasta di Gragnano Igp (245 milioni di euro).

Focus - Vino Dop e Igp: 2021 anno dei record per il vino italiano Dop e Igp
Il settore vitivinicolo italiano Dop e Igp coinvolge 113.241 operatori, 124 Consorzi autorizzati e 12 organismi di controllo. Nel 2021 si registrano 27 milioni di ettolitri di vino imbottigliato (+10,9% in un anno), il valore della produzione sfusa raggiunge i 3,85 miliardi di euro e segna un +19,1% sul 2020, mentre il valore del vino imbottigliato Dop e Igp nel 2021 supera gli 11,16 miliardi di euro per un +21,2% su base annua. L’incremento del valore è attribuibile principalmente ai vini Dop (+22%) sulle Igp (+16%) e sono soprattutto le grandi denominazioni che trainano la crescita del settore. L’export raggiunge 6,29 miliardi di euro, per un +13,0% su base annua e un trend del +74% dal 2011, con un recupero dei Paesi Extra-Ue a partire dagli Usa (+17,6%), primo mercato di destinazione con 1,58 miliardi di euro, a cui seguono Germania (940 milioni di euro), Regno Unito (707 milioni di euro), Svizzera (376 milioni di euro) e Canada (362 milioni di euro).
Tea le denominazioni, per valore alla produzione, domina il mondo Prosecco, con la Doc a 887 milioni di euro, e il Conegliano Valdobbiadene Docg a 187, davanti alla Doc delle Venezie, con 154. Seguono l’Asti Dop con 145 milioni di euro, l’Igp Puglia con 123, l’Amarone della Valpolicella Docg con 123, il Valpolicella Ripasso Docg con 99, il Chianti Docg con 95, il Barolo con 92 e la Docg Alto Adige con 80. Seguiti ancora dal Chianti Classico Docg a 77 milioni di euro, dal Brunello di Montalcino Docg con 74, dalla Doc Sicilia con 71, dalla Igp Emilia con 65 milioni di euro, e dall’Igt Veneto con 64. In Veneto si concentrano oltre 4,38 miliardi di euro di produzione certificata e, sopra il miliardo, seguono Piemonte (1,23 miliardi) e Toscana (1,18 miliardi).

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