Le cooperative del vino producono più della metà del vino d’Italia e d’Europa. Un modello produttivo e commerciale che, oltre a produrre volumi, negli ultimi anni, ha spinto molto su sperimentazione e qualità, e continua ad essere presidio di territori che, in alcuni casi, senza il modello cooperativo a mettere in rete tanti piccoli e piccolissimi vignaioli che non avrebbero la forza di arrivare sul mercato, sarebbero abbandonati. Ed è un mondo, quello cooperativo, che, con la forza dei numeri, può anche giocare un ruolo di primo piano su battaglie importanti per il settore, che vanno dal tema dell’etichettatura nutrizionale a quello caldissimo del rapporto tra vino e salute, a quelli più tecnici, ma non meno importanti delle riforme Ue sugli imballaggi e sull’uso dei fitofarmaci. A guidare la cooperazione del vino europea sarà ancora Luca Rigotti, coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari, riconfermato, per i prossimi due anni, alla guida del Gruppo di Lavoro Vino del Copa-Cogeca, la principale organizzazione di rappresentanza agroalimentare europea. L’elezione è avvenuta, questa settimana, a Bruxelles. Luca Rigotti sarà affiancato dai vice presidenti Ludovic Roux (Francia) e Christian Schwörer (Germania).
Imprenditore del settore vitivinicolo e presidente, dal 2012, del Gruppo Mezzacorona e della controllata Nosio Spa, Rigotti ha assunto dal 2019 ha assunto il ruolo di coordinatore del settore vitivinicolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, che associa 400 cantine cooperative che producono il 58% del vino italiano: “per la fiducia confermata ringrazio nuovamente per la mia rielezione come Presidente di questo gruppo di lavoro - ha dichiarato Rigotti - e sono consapevole delle sfide che ci aspettano e che dovremo affrontare assieme. Per noi produttori che il vino lo conosciamo bene, e che altrettanto bene conosciamo la fatica e la passione che ci guida nel produrlo, a volte pare difficile intendere alcuni orientamenti politici che mettono in difficoltà un prodotto che da millenni fa parte della nostra cultura ed un settore che rappresenta una parte importante dell’economia e dell’export europeo. Il nostro settore sta vivendo un momento delicato e cruciale tenendo conto degli importanti dossier che, nel prossimo futuro, saranno oggetto di discussione con le altre organizzazioni e le istituzioni europee: etichettatura nutrizionale, il rapporto vino e salute e le proposte della Commissione europea sul fronte della riforma imballaggi e in merito all’uso sostenibile dei fitofarmaci. Tra i grandi temi del futuro - ha detto ancora Rigotti - c’è poi il tema della sostenibilità, strada che il nostro settore sta già percorrendo nella consapevolezza che il futuro dell’agricoltura avrà successo nella misura in cui sapremo interpretare nel giusto modo questi orizzonti. Per questo motivo serve dialogo e la massima collaborazione tra settore produttivo e organi legislativi, per condividere obiettivi che siano realisticamente realizzabili. È importante tener presente come il nostro settore stia già creando sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale e dove c’è viticoltura è già in atto un’esperienza di sostenibilità per i territori viticoli e le comunità che ci vivono: dove c’è viticoltura c’è benessere e lavoro”.
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