L’enogastronomia in spiaggia ha un valore antropologico diverso da quello che assume nel tavolo di un ristorante o addirittura di casa propria. Sulla spiaggia, il cibo è sicuramente più socializzante che altrove, perché in questo luogo prevalgono lo stare insieme, l’allegria, lo scherzo, il bagno prima delle libagioni. Il mare, la spiaggia, l’estate, la vacanza hanno dei loro “segni” che non sono gli stessi, con i quali si possono leggere cibo e vino nel resto dell’anno. Insomma, l’enogastronomia da spiaggia è sempre più alla moda, e non è un caso che proprio in Versilia, dove da anni è consuetudine preparare a casa il pranzo da consumarsi poi sotto la tenda con la famiglia e gli amici, sia nata nel ’93 “A Tavola sulla Spiaggia”, un’idea di Gianni Mercatali, membro dell’Accademia Italiana della Cucina.
E, quest’anno, dunque, come tradizione, a Forte dei Marmi, si rinnoverà ancora questo appuntamento (è in calendario il 23 agosto, dalle ore 18; la premiazione, invece, il 24 agosto, alla mitica “Capannina” di Gherardo Guidi, tra star e vip) che vedrà dodici signore (vip e non), amanti della cucina, preparare a casa propria un piatto (antipasti, primi, secondi, dolci) da consumarsi poi freddo sulla spiaggia, in abbinamento a dodici prestigiosi vini. A giudicare, in questo concorso internazionale di enogastronomia (che è sponsorizzato dalla Castello Banfi di Montalcino, l’azienda leader del Brunello), come negli anni precedenti, ci sarà una prestigiosa ed eterogenea giuria di dodici uomini (esperti non soltanto per motivi professionali ma anche per pura passione), diretta dal giornalista Sandro Vannucci, e costituita dai rappresentanti della migliore ristorazione della Versilia (Da Romano e Lorenzo), da alcuni dei migliori produttori di vino d’Italia, da opinion leader e critici enogastronomici e da Sirio Maccioni, che simboleggia negli Stati Uniti e nel mondo intero il meglio della ristorazione italiana, colui che con il proprio lavoro ed il proprio prestigio ha fatto conoscere ed apprezzare ad un pubblico internazionale l’alto valore dei migliori prodotti del nostro territorio, dal tartufo bianco di Alba all’aceto balsamico classico di Modena, dal lardo di Colonnata alla bistecca di carne chianina, da una innumerevole scoperta di formaggi italiani ai fagioli di Sorana. “Anche per un ristoratore, questo evento, organizzato perfettamente ogni anno da Gianni Mercatali, costituisce - spiega Sirio Maccioni - un importante sorta di “aggiornamento” sul modo di cucinare e di valorizzare certi prodotti da parte di signore appassionate di cucina. La “Zuppa alla Frantoiana”, piatto povera della Lucchesia che ha vinto nel 1995, realizzato dalla scrittrice Francesca Duranti, ho ritenuto giusto farlo entrare, per alcune settimane, nella carta del mio ristorante di New York, Le Cirque 2000”.
L’IDEA DI “A TAVOLA SULLA SPIAGGIA”:
A COLLOQUIO CON GIANNI MERCATALI, ACCADEMICO DELLA CUCINA ITALIANA E AMICO DI TUTTI I GRANDI PROTAGONISTI DEL BUON MANGIARE NEL MONDO (DA MACCIONI A DUCASSE, DA ANNIE FEOLDE A SANDERENS, DA BOCUSE A VERGE)
Perché è nata “A Tavola sulla Spiaggia” ? “É nata, nel 1993, da una mia idea, proprio sulla spiaggia di Forte dei Marmi. In Versilia, infatti, era consuetudine preparare a casa il pranzo, da consumarsi poi sotto la tenda per vivere in famiglia o con gli amici quel momento socializzante. Talvolta avvenivano delle simpatiche gare che nascevano spontaneamente per affermare le proprie convinzioni. Un’occasione, quindi, questo evento, per rivalutare la cucina di casa”.
Da nouvelle cuisine alle ricette di casa ? “Si, dopo i fasti della nouvelle cuisine si vogliono riproporre le ricette di casa. Se pur rivisitate secondo le nuove esigenze di alimentazione e di vita, esse sono il frutto della nostra storia e della nostra cultura gastronomica. In un Paese come l’Italia dove non esiste una cucina italiana codificata ma piuttosto una serie di cucine regionali e locali, caratterizzate da diversi e differenti ingredienti, un’iniziativa di questo genere assume un importante valore soprattutto per riscoprire quei giacimenti gastronomici che fanno ricca la nostra cucina povera”.
E quale sarà il futuro della ristorazione italiana ? “L’industria alimentare italiana si conferma come uno dei settori trainanti dell’economia nazionale, soprattutto per la buona performance delle esportazioni. Si è voluta fare negli anni passati una cucina per forza creativa dimenticando un po' di attingere alla cultura di casa. In Italia, a differenza della Francia, la cucina non è mai stata quella dei signori, se si esclude l’Artusi, ma quella dei poveri. Una cucina povera, ma ricca di ingredienti, priva di salse che nascondessero i sapori primari. Oggi non stiamo quasi più a tavola, ci cibiamo da soli. Non cuciniamo quasi più al punto che dire “mi piace cucinare” si segnala sempre come un hobby o una curiosità. I nostri cibi rischiano di diventare sempre meno tipici anche quando si dichiarano tali. La generazione degli hamburger s’infoltirà e così quella dei take-away. Scegli paghi e porti via, oppure telefoni e aspetti comodamente a casa. I supermercati occuperanno più dell’80% del mercato alimentare e offriranno cibi senza stagione disponibili 365 giorni all’anno. Accanto a questa alimentazione industriale si svilupperanno i cibi “biodinamici”. Liofilizzati che non fanno male, digeribili, che non lasciano quasi traccia sul nostro organismo e nel nostro gusto.
Insomma, alimentazione high-tech ? “Si, siamo di fronte all’alimentazione high-tech, nutrimenti pre-preparati, se non addirittura sintetizzati in laboratorio. Carne senza proteine, latticini senza lattosio. Ma soprattutto non ci siederemo più a tavola. Addio ai pranzi in famiglia, addio commensali, addio baccanali, diventeremo sempre più la generazione dei frigoriferi aperti. Ognuno prenderà quello che vorrà dal frigo, all’ora che vorrà. Nessuno avrà bisogno di insegnarci come si sta a tavola ed i manuali di bon ton spariranno dai nostri scaffali”.
E per invertire questa tendenza ? “Ecco “A Tavola sulla Spiaggia” si propone di stimolare proprio una tendenza inversa: la riscoperta della cucina di casa come messaggio positivo per tutti quei prodotti che per le nuove normative dell’Unione Europea rischiano di sparire dai nostri ristoranti e dalle nostre trattorie”.
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