La più grande truffa agroalimentare mai avvenuta in Italia, uno scandalo che ha di fatto distrutto l’economia del vino nel nostro Paese e che ha segnato lo spartiacque per una radicale ripartenza nel segno della qualità. Per le nuove generazioni che non lo hanno vissuto, ma anche per chi c’era e cerca approfondimenti e retroscena inediti, sbarca su Spotify “Metanolo”, il nuovo podcast, prodotto da Spotify Studios, in collaborazione con Will Media e Boats Sound, tutto incentrato sul racconto dello scandalo del vino al metanolo del 1986.
A partire da oggi sono disponibili i primi due episodi, “Cin Cin!” e “Lo scandalo”, che ci portano nel cuore della Milano degli Anni Ottanta del Novecento. Nel marzo 1986 una persona viene ricoverata in ospedale in preda a crampi all’addome, mal di testa e nausea. Per i medici si tratta di un avvelenamento da metanolo - un alcol usato come solvente, combustibile per i motori e reagente nei processi industriali, uno dei veleni più letali al mondo - ma l’uomo ha bevuto solo un bicchiere di vino. Presto i ricoveri aumentano, il vino killer inizia a mietere le sue prime vittime. Si aprono così le indagini condotte dal Sostituto Procuratore di Milano, Alberto Nobili.
Il bilancio finale fu di 23 vittime e decine di persone con lesioni permanenti (cecità e danni neurologici), oltre che di pesanti ripercussioni sul mercato del vino italiano in generale. Solo l’anno prima l’export era cresciuto del 17% in quantità e del 20% in valore; il 1986 si chiuse con una contrazione del 37% degli ettolitri e la perdita di un quarto del valore incassato l’anno prima.
Una pagina buia della nostra storia che ha profondamente innalzato la sensibilità dell’opinione pubblica sul tema della sicurezza alimentare. Ma che, di contro, ha anche fatto scattare la scintila per la riscossa del vino italiano, che da allora ha puntato con decisione su qualità e tracciabilità, conquistando il mondo.
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