In un periodo storico in cui la Francia, il Paese più grande in termini di valore per quanto riguarda il comparto vino, sta lottando per uscire da una crisi che sta interessando tanti viticoltori, mentre le domande di aiuto per l’estirpazione dei vigneti sono partite, arriva una notizia che sa tanto di “terremoto” per i viticoltori francesi: le nuove tasse votate nel disegno di legge sul finanziamento della sicurezza sociale per il 2025 (Plfss). Come riporta il magazine “Vitisphere”, la Commission des affaires sociales de l’Assemblée Nationale ha adottato ulteriori tasse sulle bevande alcoliche, in generale, e sul vino in particolare. A partire dall’emendamento 1530, Hendrick Davi (Bouches-du-Rhône, Écologistes) elaborato con l’associazione Addictions France (ripreso anche da membri del Parti Socialiste, del Parti Communiste e di Ensemble Pour la République) che mira ad armonizzare la tassazione sugli alcolici ampliando, di fatto, la platea a bevande come vino e birra. Nell’emendamento si ricorda che solo le bevande alcoliche oltre il 18% di gradazione, infatti, sono soggette al “contributo di previdenza sociale” che viene utilizzato per finanziare il ramo sanitario della previdenza sociale. Questo emendamento punta pertanto ad estendere il “contributo previdenziale” a tutte le bevande alcoliche, e quindi avrà un impatto sul prezzo dei prodotti più economici, venduti sfusi e maggiormente consumati dai giovani e dai “bevitori” abitudinari.
Nell’emendamento viene citato l’Osservatorio francese delle droghe e delle tendenze alla dipendenza secondo cui le entrate fiscali derivanti dall’alcol coprono solo il 42% dei costi sanitari generati dal suo consumo, ma anche che l’alcol è la seconda causa di cancro prevenibile e la principale di ricovero in Francia. Inoltre si ricorda come la tassazione francese sulle bevande alcoliche si basa sul tipo di alcol piuttosto che sul volume di alcol, mentre l’Oms raccomanda di agire sul prezzo di tutti gli alcolici. Quindi a finire nel mirino in Francia non ci saranno più solo il whisky, o il Cognac, per esempio, ma anche vino e birra.
Adottato anche l’emendamento 126 presentato dal deputato Jérôme Guedj con Addictions France (e ripreso dai membri “communistes, écologistes, di Modem, La France Insoumise e di Ensemble Pour la République”) per un’imposta sulle spese pubblicitarie relative alla promozione di una bevanda alcolica con i proventi da destinare al ramo malattia della previdenza sociale. L’aliquota fiscale è “fissata al 3% dell’importo al netto dell’imposta sul valore aggiunto delle spese” e questa decisione riguarda società di “produzione, importazione o distribuzione in Francia di bevande alcoliche o loro rappresentanti”, e “il cui fatturato per l’ultimo esercizio finanziario è superiore o uguale a 10 milioni di euro”. L’imposta, si legge nell’emendamento, si basa sulle spese per l’acquisto di spazi pubblicitari, qualunque sia la natura del mezzo utilizzato e della sua forma, materiale o immateriale, oltre alle spese per eventi pubblici e manifestazioni della stessa natura.
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