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DAL VIVAIO ALLA VIGNA

La ripartenza del mondo del vino raccontata dai trend di vendita delle barbatelle

I Vivai Cooperativi Rauscedo (che l’1 ottobre inaugurano il “VCR-Research Center”) verso i 75 milioni di piante vendute: Italia a +15%
BARBATELLE, EUGENIO SARTORI, MERCATO, VCR-RESEARCH CENTER, vino, VIVAI COOPERATIVI RAUSCEDO, Italia
Le barbatelle prodotte dai Vivai Cooperativi Rauscedo

A raccontare lo stato dell’arte del mondo del vino, non ci sono solo i dati di produzione - che segnano un calo netto della produzione nei tre grandi Paesi europei - e quelli sul commercio - che dipingono un quadro di forte recupero dopo un anno e mezzo di pandemia e difficoltà - ma anche le tendenze che arrivano dal vivaismo, perché dalle barbatelle che animano il mercato oggi, nasce il vigneto di domani. A godere di un punto di vista privilegiato, in questo caso, sono i Vivai Cooperativi Rauscedo, realtà leader in Italia e in Europa che, come racconta a WineNews il direttore generale Eugenio Sartori, dopo un anno difficile torna a veder crescere “la propensione dei viticoltori a rinnovare o ad ampliare (nel limite dell’1% previsto dalle normative europee) gli impianti. Puntando principalmente su varietà come il Primitivo, la Glera (che copre 6.500 ettari a Prosecco), il Vermentino, ma anche gli internazionali - Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah - ed il Pinot grigio, tornato in auge dopo un anno di sostanziale stop”.

Il mercato delle barbatelle, quindi, si riscopre dinamico, anche come diretta conseguenza della situazione produttiva e commerciale: “collocheremo un quantitativo nettamente superiore allo scorso anno: la campagna, appena conclusa, si è fermata a 37 milioni di piante commercializzate in Italia, ma in questa - dice Sartori - saranno il 15% in più, e a prezzi maggiori, perché tutti i prodotti per il vivaismo sono aumentati, dalla paraffina ai film plastici ai sistemi di irrigazione, così come altri prodotti per la viticoltura, dai pali ai fili. Detto dell’Italia, in Portogallo, c’è un’ottima domanda di mercato, quanto abbiamo prodotto è già collocato, così come in Spagna, mentre, in Francia, ci sarà solo una problematica di disponibilità finanziaria dei produttori colpiti maggiormente dalle gelate, ma si parla comunque di 6 milioni di barbatelle. Nei Paesi dell’Est la situazione è stabile, in Romania e in Bulgaria molto dipenderà dagli aiuti dell’Ocm vino e quindi dai progetti presentati e assegnati, con l’eccezione positiva della Macedonia, che viene da anni in cui si è piantato molto poco”.

In definitiva, si respira un certo ottimismo, frutto anche della ripresa economica e dei consumi di vino, che porterà “ad un totale di 75 milioni di barbatelle vendute in tutto il mondo, un mercato quasi diviso a metà, con un 44% dall’estero e un 56% dall’Italia, e che conta molto sull’innovazione, dalle 14 varietà resistenti create con l’Università di Udine - con genitore Merlot, Cabernet Sauvignon, Friulano, Pinot Nero e Pinot Bianco - ai portinnesti “M” (M1, M2, M3, M4) creati dall’Università di Milano e veicolato attraverso Winegraft (Ferrari, Zonin, Banfi, Armani Albino, Cantina Due Palme, Claudio Quarta Vignaiolo, Bertani Domains, Nettuno Castellare, Cantine Settesoli, insieme a Fondazione di Venezia e Bioverde Trentino, sotto il coordinamento del professor Scienza, ndr), una combinazione che risponde al meglio alle sfide del cambiamento climatico”, conclude il direttore generale dei Vivai Cooperativi Rauscedo, Eugenio Sartori.

Innovazione che, a breve, avrà un’altra freccia al proprio arco, il “VCR-Research Center”, che verrà inaugurato l’1 ottobre: al vernissage, seguirà il convegno “Verso una nuova agricoltura: il ruolo della genetica e del vivaismo”, che toccherà punti fondamentali per la viticoltura di domani, dal genoma editing e i pregiudizi della scienza, con il professore di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano Attilio Scienza, alle nuove frontiere del breeding, con il professore Michele Morgante, dai nuovi presupposti per una viticoltura italiana d’avanguardia, con il dottor Riccardo Velasco direttore del Crea-Ve, agli ostacoli e criticità alla fruizione dei risultati della ricerca scientifica, con il professore Raffaele Testolin dell’Università degli Studi di Udine, fino alle posizioni dell’Unione Europea, illustrate da Paolo De Castro, coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. Dopo il convegno, spazio alla tavola rotonda che ospiterà il punto di vista ed il pensiero delle istituzioni e della filiera, animata dal segretario generale di Unione Italiana  (Uiv) Paolo Castelletti, dal presidente Assoenologi Riccardo Cotarella, dal presidente Federdoc Riccardo Ricci Curbastro e dal direttore dei Vivai Cooperativi Rauscedo Eugenio Sartori.

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