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VINO E TERRITORIO

La sostenibilità certificata conta, anche per i big: Martini & Rossi (Bacardi) sceglie Equalitas

Nei 150 dello storico brand di Asti e vermouth, arriva la certificazione di sostenibilità per tutti gli oltre 200 fornitori di Moscato Bianco

150 anni fa, nel 1871, in un’Italia unità da 10 anni e in pieno fermento identitario e creativo, alla Martini & Rossi nascevano le prime bottiglie di “Moscato Spumante d’Asti”. Ed oggi uno dei marchi storici del made in Italy, icona dello spumante e del vermouth, di proprietà della Bacardi, festeggia questo secolo e mezzo nel segno della sostenibilità, annunciando che tutti gli oltre 200 fornitori di uva Moscato Bianco per la produzione di Asti, entro il 2021, saranno tutti certificati Equalitas, il sistema di certificazione della sostenibilità della società controllata da Federdoc, Unione Italiana Vini, Csqa, Valoritalia, Gambero Rosso e 3Avino. Un segnale importante, da parte di un brand controllato da una grande multinazionale del beverage che investe in maniera chiara sul tema della certificazione della sostenibilità. Ad aver già ottenuto la certificazione di Equalitas, a seguito di un audit da parte dell’ente di certificazione Valoritalia, è la cantina Martini di Santo Stefano Belbo, nel cuore delle colline astigiane e responsabile della produzione del 30% del mosto d’uva per la produzione dell’Asti Martini. Del restante 70%, più di due terzi dei fornitori di mosto - cooperative che rappresentano centinaia di piccoli viticoltori - sono stati anch’essi certificati sostenibili da Equalitas mentre i rimanenti verranno certificati entro il 2021.
“Martini rappresenta, sin dalla sua fondazione, una delle più grandi eccellenze italiane. Già pioniera della sostenibilità dalla fine degli anni ’80, si è evoluta in base al crescente e incessante bisogno di qualità e sicurezza che il settore vitivinicolo richiede. Scegliere di ottenere la certificazione Equalitas rappresenta un grande dono della multinazionale verso i milioni di consumatori che giornalmente la scelgono. Valoritalia non può che essere fiera di aver certificato l’impegno costante per il benessere del territorio e delle persone che hanno reso Martini un gigante del beverage e un modello di riferimento per le imprese mondiali”, ha commentato il presidente di Valoritalia, Francesco Liantonio.
Un impegno storico, quello di Martini sul fonte della sostenibilità, tanto che già nel 1987, quando di impatto ambientale ancora si parlava poco, nacque l’Osservatorio Martini, centro dedicato alle pratiche sostenibili, che ha introdotto svariate pratiche a basso impatto ambientale: dalla consulenza sui metodi naturali per gestire i parassiti fino alla viticoltura integrata, tutto con un occhio sempre attento all’equilibrio di ciò che viene coltivato nei microclimi della zona dell’Asti. “Esiste un legame profondo che unisce Martina, la terra e le persone, che costituisce le fondamenta per produrre un vino di qualità,” afferma Giorgio Castagnotti, direttore del Centro Operativo Martini di Pessione (Torino). “Abbiamo lavorato a stretto contatto con le comunità di viticoltori che da generazioni coltivano le migliori uve Moscato nelle nostre splendide colline e vogliamo continuare a farlo per le generazioni a venire. Per noi è sempre stato importante supportare i viticoltori anche attraverso le nostre iniziative di sostenibilità”.
“Questo è un grande risultato per Martini. Equalitas lavora solo con revisori terzi che hanno una profonda conoscenza del settore vinicolo e il processo di certificazione è completamente olistico - afferma Stefano Stefanucci, direttore Equalitas - la nostra società abbraccia tre pilastri della sostenibilità, ambientale, etica ed economica, e prende in considerazione ogni passaggio: dall’impronta di carbonio di un’azienda vinicola e il suo consumo di acqua fino a condizioni commerciali eque per gli agricoltori e buone pratiche sociali tra cui formazione e modelli di welfare”.
“La scelta di un’azienda, colosso del settore come Martini di entrare a far parte del mondo Equalitas è un segnale importante che conferma le grandi prospettive di crescita nel raggiungimento di una sostenibilità sempre più estesa e condivisa”, ha aggiunto Riccardo Ricci Curbastro, presidente Equalitas e Federdoc.
Notizia che, per altro, arriva a pochi giorni dall’accordo firmato da Equalitas e Assobenefit, associazione che riunisce le società benefit, forma giuridica sempre più in voga e che si sta diffondendo anche nel mondo del vino (con realtà come Avignonesi, Feudi di San Gregorio e Perlage Winery, come già riportato da WineNews https://winenews.it/it/etica-unita-al-profitto-la-filiera-del-vino-e-dellagroalimentare-nel-trend-delle-societa-benefit_446510/) finalizzato a promuovere lo sviluppo in Italia di società benefit e sostenibili nel comparto vitivinicolo. Che sarà al centro della tavola rotonda di scena il 27 luglio, on line, a cui prenderanno parte il deputato Mauro del Barba (Italia Viva), presidente Assobenefit, Michele Manelli, produttore con la cantina Salcheto, a Montepulciano, e vicepresidente Equalitas, ed ancora Raul Caruso dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore Assobenefit, Mauro Vergari di Adiconsum e membro del Comitato Tecnico-Scientifico di Equalitas, e Antonio Capaldo, presidente Feudi San Gregorio, prima società Benefit certificata Equalitas.

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