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ECONOMIA

La spesa degli italiani nel 2023 costa il 10% in più, ma è sempre più scarsa in quantità

Crescono i valori di tutti i comparti, ma scendono i volumi. Anche per il vino. Così l’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ

Forse, il famoso “trimestre anti inflazione” iniziato ad ottobre, a fine anno, migliorerà le cose. Ma, intanto, il caro prezzi ha cambiato la spesa degli italiani, che hanno speso di più, il +10% su base annua, per comprare meno quantità praticamente di ogni genere di prodotto, con poche eccezioni. I supermercati restano il canale predominante con il 40% della quota di mercato (+10,8% il giro d’affari sui primi 6 mesi 2022, -2,1% in volumi), davanti ad ipermercati (23% di share in valore, con fatturato a +11,5% e -0,8% in quantità), e ai discount, con il 22% (+10,9% il fatturato, ma -3,8%). A soffrire di più è il piccolo dettaglio tradizionale, fermo in valore ma a -6,8% in volume, mentre continua a perdere quote importanti l’e-commerce (-15,6%), dopo il boom spinto dalla pandemia negli anni passati. Tra le tipologie di famiglie acquirenti sono quelle con figli adolescenti (le cosiddette maturing families) ad incontrare le maggiori difficoltà economiche e a dover introdurre strategie di risparmio volte a contenere gli aumenti di spesa. Per queste famiglie il carrello si “alleggerisce” del 10,5% e la variazione della spesa è la più contenuta rispetto a quelle delle altre tipologie di famiglia: solo +3,3%. Di contro i nuclei familiari più maturi (over 55 sia soli che in coppia), incrementano i volumi acquistati, con un aggravio di spesa che per i primi è del 15,6% e per i secondi del 12,6%. Evidenze che emergono dall’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ di ottobre 2023.
A livello generale, come detto, aumenta la spesa per tutti i comparti alimentari. In netto aumento la spesa per le uova (+19,3%), latte e derivati (+17,8%) e derivati dei cereali (+15,6%), compresa la pasta (+11) ed il riso (+26%). Importanti anche gli incrementi di spesa per le carni (+9,7%). Ma tra i prodotti confezionati aumenta la quota di prodotto a marchio del distributore che, nel complesso, secondo un’indagine NielsenIq, arriva ormai a coprire il 31% dei prodotti di largo consumo, con l’Italia che pian piano, in questo, si sta allineando ad uno scenario europeo che vede, in alcuni Paesi, anche il 50% della quota di mercato coperta dai prodotti a marchio del distributore.
Stringendo il focus sul comparto dei vini e delle bevande, che vale il 10,8% dello scontrino medio, la spesa cresce, complessivamente, del +5,6%, la metà della tendenza generale. Per il vino, il dato del primo semestre 2023 dice +3,1% in valore, ma -3,8% in volume. Un dato da leggere, in parte, anche alla luce di un buon recupero dei consumi fuori casa, ma comunque negativo.

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