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La Stampa

Trentodoc, le bollicine del cuore … È lo spumante italiano più premiato al mondo... Territorio di montagna, uve selezionate, rifermentazione in bottiglia e contatto prolungato con i lieviti, oltre a una grande versatilità di abbinamento: sono le peculiarità dello spumante metodo classico Trentodoc. È in virtù di queste caratteristiche che, secondo i palati più esigenti, le bollicine di montagna rappresentano la scelta ideale nei momenti di convivialità, da gustare in famiglia o con gli amici durante le feste natalizie. Sono perfette per un animo di relax o per un brindisi benaugurante, da degustare sole oppure con l’accompagnamento del cibo, per l’aperitivo e a tavola servite insieme ai più svariati piatti della cucina italiana: ogni occasione consente di sperimentare le diverse anime di Trentodoc. D’altra parte, non sono molti i vini che sanno esprimere un così profondo legame territoriale. Immaginate un vigneto che da un lato guarda in faccia le vette innevate delle Dolomiti e dall’altro si gode la temperatura mite del lago di Garda, con il vento caldo chiamato “Ora” che da Sud tutti i giorni soffia verso Nord. È qui, a un’altitudine fra i 200 e i 900 metri sul livello del mare, in un ambiente con climi caratterizzati da forti escursioni termiche giornaliere in grado di conferire alle uve grande complessità aromatica. varietà di profumi, eleganza e freschezza, che nascono le bollicine di montagna del Trentodoc, spumante diventato un fiore all’occhiello della tradizione vitivinicola trentina e italiana, capace di farsi largo nel mondo con oltre 12 milioni di bottiglie vendute nel 2021. Primo metodo classico a ottenere la doc in Italia nel 1993 e fra i primi al mondo, il Trentodoc è legato indissolubilmente al Trentino, una terra naturalmente vocata alla coltivazione delle uve ideali per essere trasformate con questo metodo produttivo. L’importazione in questa regione del metodo classico a inizio Novecento fu considerata innovativa per i viticoltori locali, ma non ha compromesso il legame con le tradizioni e la volontà di tutelare il patrimonio storico e na turale. Oggi sono 66 le case spumantistiche associate con il marchio Trentodoc e che sottoscrivono il rigido disciplinare di produzione in un’area che comprende 74 comuni viticoli della provincia di Trento, ubicati in Valle dell’Adige, in Val di Cembra, in Vallagarina, nella Valle del Sarca, inValsugana e nelle Valli Giudicarle. Per scoprirle, magari approfittando dell’atmosfera natalizia coni suoi mercatini, c’è l’App Trentodoc pensata per appassionati e viaggiatori, con le indicazioni per le visite guidate in cantina, le bottiglie, il territorio e punti di interesse gastronomici, naturalistici e culturali. La storia di queste straordinarie bollicine ha inizio quasi un secolo e mezzo fa, quando Giulio Ferrari, cogliendo la somiglianza tra la propria terra e la Champagne, decide di sperimentare il metodo classico in Trentino. Molti viticoltori trentini nel corso del Novecento hanno seguito il suo esempio e nel 2007 è nato il marchio collettivo Trentodoc, al quale oggi appartiene la quasi totalità delle case spumantistiche. La denominazione è riservata a bollicine realizzate a partire da uve di provenienza esclusivamente trentina, principalmente Chardonnay e Pinot nero ma anche Pinot bianco e Meunier, ottenute con il metodo della rifermentazione in bottiglia e un prolungato contatto con i lieviti. Il risultato è uno spumante caratterizzato da una grande versatilità. L’altitudipe e la montagna, di fronte ai cambiamenti climatici in corso, rappresentano per Trentodoc una grande risorsa. Consapevoli di questa ricchezza, le case spumantistiche che aderiscono all’Istituto Trento Doc praticano la viticoltura sostenibile: dall’applicazione dei principi della viticoltura integrata alle azioni virtuose in campo e all’interno del processo produttivo, le cantine sono molto attive nella tutela dell’ambiente, dell’operatore e del consumatore. Tutte queste attenzioni si traducono in apprezzamenti dei consumatori e in riconoscimenti da parte della critica. Trentodoc è stato il metodo classico italiano più premiato con 69 medaglie 22 ori e 47 argenti – all’edizione 2022 del Champagne & Sparkling Wine World Championships, prestigioso concorso internazionale ideato da Tom Stevenson.

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