02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa / Dossier Piu’

Lezioni di civiltà ... “Una rondine non fa primavera”. Gianni Zonin, pre­sidente del gruppo vinicolo di famiglia, si rifà ad un vecchio proverbio popolare per descrivere la situazione del mercato del vino. Già, perché se le performance dell’azienda sono positive, non si può dire altrettanto degli scenari nazionali e inter­nazionali dell’intero settore. Anzi. Colpa del supereuro, certo, per­ché “ogni volta che il dollaro cala noi perdiamo migliaia e migliaia di euro per sostenere l’export e gli spazi faticosamente conquistati con anni di sacrifici”. Ma la colpa ricade anche, e forse soprat­tutto, su chi ha scatenato la “caccia alle streghe contro il vino”, una “bevanda che non si può certo confondere con l’alcol”. E da questo punto di vista “qualche responsabilità fa capo anche ad alcuni esponenti del governo”. Il combinato disposto dei “fattori P”, cioè Persecuzione, ed E, cioè Euro ed Economia in fase di stagnazione, produce come risul­tato un “settore che non sta tirando dove i consumi del vino, ma anche dell’alimentare e di altri settori strategici, stanno rallentando in modo preoccupante”. È strano sentire un personaggio come Zonin che si definisce “sempre ottimista” fare queste riflessioni preoccupate. I1 futuro del mondo del vino tende al nero? “In que­sto momento la situazione non è certo buona ma vale per tutti, e questa non è una consolazione”.
Che fare, allora? Continuare a resistere. “Del resto - spiega Gianni Zonin - noi lo facciamo da mesi. Stiamo spendendo quattrini per sostenere l’export perché a fronte di questi sbalzi continui non possiamo permetterci di aumentare i prezzi delle bottiglie ma dob­biamo cercare di stabilizzarlo”. E se si pensa che l’export vale 3,5 miliardi di euro si può immaginare che l’entità degli interventi sia “milionaria”. Del resto non ci sono alternative. “L’unica strada per superare questo momento critico - prosegue Zonin - è incre­mentare proprio l’esportazione perché nell’Europa continentale e nel resto del mondo sta crescendo il numero dei consumatori”. La mappa della crescita spazia dall’Europa del Nord alla Gran Bretagna; dagli Stati Uniti alla Cina, in Russia e Giappone i consumi sono in crescita. Secondo Zonin si tratta di mercati interessanti. Anche per la concorrenza. Sudafrica, Cile, Argentina, Australia “offrono prezzi competitivi anche grazie a un costo del lavoro più basso”. Facciamo parlare i numeri. La quota di esportazione italiana negli Usa è aumentata dell’8%, 180 mila ettolitri in più del 2006. L’Argentina resta a distanza ma l’anno scorso ha quasi raddoppiato la sua quota arri­vando a oltre 630 mila ettolitri. “Tocca ai governatori delle ban­che nazionali intervenire per fermare la corsa dell’euro ma qual­cosa può fare anche Roma”, spiega Zonin.
Che cosa? “Bloccare questa cac­cia alle streghe perché - prosegue - il vino è una bevanda che fa parte della tradizione millenaria e non si può confondere con l’al­col. Certo è sempre una questione di misura perché bere un bicchiere di vino fa bene, abusarne no. Lo stesso discorso vale per il caffè ma nessuno criminalizza quel pro­dotto”. E qui entra in gioco il governo: “Dobbiamo insegnare ai giovani quanto mangiare e che cosa mangiare. Quanto bere e che cosa bere, i limiti e i pregi di questo consumo e dunque credo sia necessario non limitarsi ad insegnare l’educazione fisica ma è ora di introdurre un nuovo insegnamento: l’educazione alimentare”. Solo così, forse, si può bloccare quel declino ormai costante del consumo pro-capite di vino in Italia. Ancora Zonin: “Pensavo che non si potesse scendere sotto la soglia dei 45 litri a testa l’anno. Invece l’anno scorso abbiamo dovuto registrare un ulteriore calo del 5 per cento”. E poi servono anche nuove idee, “nuove energie per nuove strategie”, continua Zonin. Ad esempio lo svi­luppo dell’enoturismo e di quelle attività di accoglienza legate alla Casa vinicola. Si spiega così il ruolo sempre maggiore che i suoi figli stanno assumendo in azienda: “Garantiscono conti­nuità e innovazione”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024