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La Stampa / Dossier Piu’

A portata di clic ... Amazon si è alleata con Wine.com per vendere vino on line. Funzionerà?... On line si vende ormai di tutto, ma ci sono ancora grandi mercati inespressi. E uno è quello del vino, le cui vendite su Internet non sono ancora decollate. Non soltanto in Italia, ma anche negli Usa, il Paese che torse più di altri ha il Web nel suo Dna. Mai dire mai, però. Soprattutto se a provare ci si mette Ama­zon.com, il colosso mondiale dello shopping elettronico. Jeff Bezos, il boss del gigante di Seattle che lanciò nel lontano 1995 la prima libreria virtuale e che oggi è presidente e Geo di una vetrina che oltre ai libri espone dvd, ed musicali, software, videogiochi, prodotti elettronici, abbigliamento, mobili, cibo, giocattoli e altro ancora, in realtà aveva già lanciato questa sfida negli Usa nove anni fa. Aveva investito 30 milioni di dollari in Wneshopper.com, un sito che fallì poco dopo. A complicare il decollo del mercato, frenando questa ed altre iniziative, erano state anche e soprattutto le norme sulla vendita di alcolici, diverse da Stato a Stato, restrit­tive e in alcuni casi ostative, che di fatto avevano impedito lo svi­luppo di una rete su base nazionale, limitando così fortemente il business. Tanto per capire: la vendita era permessa in soli 26 Stati, ma con l’obbligo di operare con venditori all’ingrosso locali auto­rizzati. Il che comportava automaticamente un aumento dei cosa. Molti siti hanno aggirato la legge vendendo illegalmente, ma così facendo - oltre ad andare incontro a multe e denunce - si sono negati la possibilità di fare il grande salto. Il ritorno di fiamma per il patron di Amazon.com si deve in parte a una sentenza della Corte Suprema, che due anni fa ha reso più leggere le restrizioni, ma anche ai più recenti dati di consumo di vino negli States: secondo la società di ricerca comScore Media Metrix, infatti, quello del vino è un mercato che vale 22 miliardi di dollari. Ma di queste vendite, solo un’infinitesima parte (poco meno dell’1%) è conclusa on line. Da qui, la discesa in campo. Bezos ha scelto la strada della joint venture, stringendo alleanza con Wine.com, una società di San Francisco che sta andando forte sul Web proprio nel business del wine shopping e che già vende i suoi cesti regalo - senza vino però - su Amazon.com. Nata nel 1998, con il nome di eVineyard e base a Portland, aveva fatturato nel suo primo anno di vita circa 2 milioni di dollari. Qual­che anno dopo, si era “bevuta” il suo diretto competitor, Wine.com appunto, del quale si era anche impossessata del marchio, con il quale aveva consolidato la sua piattaforma distributiva. Oggi Wine.com (può contare su circa 100 mila clienti, vendite per 32 milioni (in crescita del 40%) e su un sito con oltre 2 milioni di visitatori. Il suo segreto? Anzitutto quello di conformarsi alle leggi degli Stati. Laddove non era permessa la spedizione di alco­lici (e dunque la vendita da un altro Stato), ha aperto dei centri di distribuzione in loco. E così ha costruito una rete commerciale con base nazionale, riuscendo dove gli altri avevano fallito. La strategia di Amazon.com sarà quella di appoggiarsi a Wine.com, inoltrando su quest’ultimo sito il traffico dei suoi “wine lovers”, attraverso la finestra di ricerca per prodotti che compare nella parte alta della sua home page. Ed eventualmente, per mezzo di un “pop up”, un banner pubblicitario di Wine.com, che comparirà tutte le volte che un internauta inserisce in Amazon.com un ordine di ricerca con la parola “wine”. Per inco­raggiare l’acquisto, ci saranno sconti (10 dollari su una spesa di 50) e una carta di 14 mila eti­chette. Bezos, a tal proposito, scrive il Financial Times, sta­rebbe cercando un “senior wine buyer”, un esperto cui affidare il compito di acquistare una massiccia selezione di vini da rivendere poi on line.

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