La Stampa / Specchio

L’antica arte dei bottai astigiani: dal rovere di slavonia a quello francese. Dai tempi dei vini “fatti in casa” alle raffinate barrique. Storia di un mestiere che si è dovuto innovare molto. Per restare fedele a se stesso ... Eredità di famiglia: Eugenio Gamba è titolare della fabbrica che fu del padre Angelo e che è stata fondata ai primi dell’800. Oggi come ieri l’azienda produce botti, ma ha saputo adattare la sua attività ai tempi e ai nuovi gusti ...

... Oggi siamo arrivati a 7-8.000 pezzi l'anno, ma solo perchè la potenzialità aziendale non può dare di più; i clienti non sono soltanto prestigiose case italiane (da Gaja a Banfi, da Ceretto a Chiarlo) ma anche wineries americane e, da poco, persino australiane. Per Gamba il rovere francese non ha più segreti. Racconta con passione che il migliore è tratto da due specie del genere quercus, la sessilis e la peduncolata, che quello a grana più fine e con gli aromi più eleganti cresce nelle foreste di Allier, Cher e Nevers, nel Massiccio Centrale, che deve essere spaccato e mai segato; sa riconoscere al naso un bosco dall’altro; non transige sulla stagionatura, che conduce in proprio per 22-36 mesi. Quanto alla tecniche di produzione, sono una miscela ben calibrata di attrezzature di avanguardia e sapienza originale, con una particolare attenzione, per la fase della tostatura, il passaggio che si compie dopo l’assemblaggio delle doghe e che risulta fondamentale nel determinare le caratteristiche organolettiche del vino. La Fabbrica Botti Gamba continua intanto la tradizione dei grandi fusti (che l’enologia più recente sta riscoprendo) e ha ideato un tino per la fermentazione, ancora in rovere francese, che miete consensi presso i produttori, sempre più convinti nel percorrere questa nuova “età del legno”.