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La Stampa / Specchio

Non di solo Barolo vive l’uomo ... Mi pare che si sia un po’ esagerato con la mitizzazione dei vini superstrutturati, corposi e alcolici: infatti non è vero che il Barolo e il Brunello sono sempre e comunque i vini più adatti a ogni cibo e a ogni circostanza. Visto anche il periodo, caratterizzato da temperature decisamente elevate e da frequenti viaggi su e giù per il Belpaese, il consiglio che voglio dare è quello di avvicinarsi a denominazioni forse meno conosciute ma assolutamente degne di essere assaggiate. Tra i bianchi, segnalo il bel Riesling Renano dell’Oltrepò Pavese, il Lugana della zona di Sirmione, il Moscato Giallo del Trentino, il Gambellara del Vicentino, il Grechetto umbro, il Frascati laziale, per chiudere con i sardi Malvasia e Moscato di Cagliari. Per quanto riguarda i rossi, seguendo i consigli di una buona guida si possono degustare con piacere alcuni Lambruschi emiliani, il Cerasuolo di Vittoria, la Pelaverga di Verduno e il Rossese di Dolceacqua ... E’ forse giunto il momento di rilanciare un poco questi apprezzabili prodotti del territorio, di smetterla di conusmare i vini supercorposi anche a merenda, e lasciare un po’ di spazio a quelle bottiglie che sanno offrire una scappatoia rispetto all’ormai noiosa tendenza all’omologazione gustativa che vige per i nomi più importanti. Può essere davvero divertente e piacevole.

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