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La Stampa / Specchio

Quando brindiamo, perchè diciamo “prosit”. Risponde l'Istituto Treccani ... Prosit è un’interiezione, più esattamente si tratta della terza persona singolare del presente congiuntivo del verbo latino prodesse “giovane” e quindi, in senso proprio, vale “giovi!”. Viene usata come augurio in diverse circostanze in occazione di un brindisi, alla fine dei pasti o anche quando qualcuno starnutisce, con significato equivalente ad altre analoghe formule come “alla salute”, “salute” o, solo nel caso del brindisi, “cin cin”. Molto poco comune è oggi l’uso di prosit come formula augurale rivolta al sacerdote quando ritorna in sacrestia dopo avere celebrato la messa; di questo significato si trova un buon esempio, fra gli altri, nel seguente passo tratto dall’epistolario del Carducci: “Questo sodalizio di rimatori italiani che perdessero il tempo a cantar tutti a un tono, e poi dicessero l’un l’altro “prosit” come una volta i preti quando avevan finito di dir messa”.
Si può osservare che l’uso di prosit in circostanze conviviali è anche largamente diffuso in altre lingue: per il francese il Dictionnaire de la langue francaise di Paul Robert offre una serie di sinonimi (santé! À la tienne! E à la Votre !) e per l’inglese l’Oxford english dictionary propone molti esempi, tra i quali il primo è tratto da Gatherings from Spain di R.Ford (1846) : « Muchas gracias, buen provecho la haga à usted », many thanks, much good may it do your grace », an answer which is analogous to tre prosit of Italian peasants after eating or sneezing ».

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