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La Stampa / Specchio

California? No, Sicilia. Sole caldo, ottimo terroir. I vini di Trinacria assomigliano sempre più a quelli della West Coast. Merito di un deciso rinnovamento dei vigneti e delle cantine. Come la Fatascià di Castelbuono ... Grazie alla potenza del suo sole e alla bontà del suo terroir, le riviste specializzate non fanno che parlare della Sicilia come della nuova California. Le tante parole in libertà hanno fatto dimenticare alcuni dei motivi che stanno facendo grande la Trinacria enologica, tra l’altro non solo a livello italiano.Una buona parte dei meriti di questo rinascimento va attribuito alla classe imprenditoriale, che ha deciso di investire nel rinnovamento dei vigneti e delle cantine. Un rinnovamento salutare, che ha messo da parte le produzioni massive e poco remunerative, a tutto vantaggio di vini potenti e profumatissimi, che riescono a esaltare le caratteristiche naturali del terreno. Tra gli imprenditori «illuminati» vanno citati i Lena, che negli anni Ottanta recuperarono L’Abbazia di Sant’Anastasia, facendo dei quattrocento ettari di proprietà, coltivati a olivo e vite, un vero e proprio giardino. Dai filari, posti sopra l’abitato di Cefalù, si gode una vista imperdibile: il verde delle vigne contrasta meravigliosamente con il blu intenso del mare. Stefania Lena, dopo alcuni anni di studio, ha individuato, sulle stesse colline dell’Abbazia Santa Anastasia, alcuni appezzamenti di terreno che sembravano più adatti per effettuare sperimentazioni, oltre che essere particolarmente vocati a produzioni di qualità. Da queste terre, assieme a Giuseppe Natoli, Gianfranco e Stefania Lena tre anni fa hanno creato la cantina Fatascià, con l’obiettivo di realizzare vini dallo spirito giovane e innovativo, con un occhio al mantenimento delle tipicità e del carattere siciliano delle uve utilizzate. L’enologo di Fatascià è Riccardo Cotarella, che dimostra di trovarsi a proprio agio sia con vitigni internazionali come cabernet franc, sauvignon e merlot, sia con gli autoctoni nero d’Avola, inzolia e grillo. Fatascià in dialetto è la capinera, il cui canto annuncia la primavera: un nome suadente e benaugurante.

Da provare

Insolente 2000 - Proveniente dall’area di Castelbuono, è il frutto di un blend di merlot (60%) e cabernet sauvignon (40%). L’assaggio rivela una bottiglia dal colore rosso cupo intensissimo, dall’elegante fruttato, con nuances di cuoio, spezie e cacao. In bocca è caldo e avvolgente. Prezzo in enoteca: 30 euro

Almanera 2000 - Un nero d’Avola in purezza, affinato per quattro mesi in barrique francesi di secondo passaggio. Nel bicchiere si presenta rosso rubino, mentre al naso è fruttato (mirtilli e more); il gusto è fresco, armonioso e con un finale davvero interessante. Prezzo in enoteca: 8 euro

Ylenia 2000 - In questa versione è un passito di Pantelleria, mentre nel 2001 sarà una vendemmia tardiva (le uve sono fatte appassire per tre-quattro mesi su graticci di canna). Di colore giallo dorato con riflessi ambrati, ha sentori che ricordano i datteri e le albicocche mature ed è molto piacevole in bocca.Prezzo in enoteca: 20 euro

Fatascià, Palermo, tel. 091-6932060

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