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La Stampa / Specchio

Una perla di langa: poche etichette ma selezionatissime. Ventimila bottiglie in tutto: è la produzione annua della cantina Gastaldi, frutto dell’amore per i vini del suo fondatore Enrico. Ora il testimone è passato al figlio Dino ... Sperimentare è il credo di Dino Gastaldi, un produttore atipico, con un unico desiderio: imbottigliare solo il meglio della propria produzione. E così, con 15 ettari dislocati tra Neive, Rodello e Manforte, le bottiglie prodotte sono appena 20 mila. Una cantina nata dall’amore per la campagna di Enrico Gastaldi, padre di Dino, che per molti anni ha esercitato la professione di medico a Priocca d’Alba e che ha investito nell’acquisto di vigneti in Langa.Il figlio, durante gli studi universitari di agronomia, ha convinto il padre a fargli vinificare le uve dei poderi di proprietà, con la promessa di non imbottigliare nulla prima della laurea. Alla fine degli studi, Dino cominciò finalmente a produrre con una propria etichetta. Il suo primo vino fu, nel 1988, il Dolcetto d’Alba Moriolo, seguito a ruota dal Gastaldi Rosso, realizzato con uve nebbiolo provenienti dal vigneto Albesani di Neive. Dall’inizio degli anni Novanta in poi, entra a pieno titolo tra i migliori produttori di Langa, tanto che i suoi Gastaldi Rosso e Bianco raccolgono più di una volta i massimi riconoscimenti della critica enologica.Ma stare dietro a Dino è un’impresa non facile, perché le rese sono molto basse, e quindi reperire le sue bottiglie è impresa piuttosto ardua. Poi, quando i risultati non sono all’altezza delle sue aspettative, Dino decide di saltare l’annata, di non imbottigliare, facendo indispettire non poco i suoi clienti. Ma con i perfezionisti ci vuole pazienza.Nel 1995 Gastaldi ha acquistato un terreno a Monforte ma, avendo la cantina a Neive, fuori della zona prevista dal disciplinare, non ha ancora potuto produrre barolo. In attesa di un probabile cambio delle regole, si sta comunque preparando a vinificare il re dei vini. A dargli una mano c’è, da qualche tempo, l’enologo Piero Ballario. In vena di sperimentazioni, Dino distilla in proprio le sue vinacce, producendo una doppia linea di grappa: la prima frutto di un uvaggio, la seconda monovitigno nebbiolo.

Da provare

Langhe Rosso Gastaldi ’98

Proveniente dal cru Albesani, si tratta di un nebbiolo in purezza che ha un colore rosso rubino intenso; i profumi si aprono su sensazioni di tabacco e di frutta matura (non invecchia in legno); in bocca è assai potente ed equilibrato, con tannini evidenti.Prezzo in enoteca: 35 euro

Barbaresco ’99

Una bottiglia realizzata assemblando le uve di vigneti celebri come Starderi, Serraboella e Albesani. Al naso regala note di spezie dolci (vaniglia e pepe) e di frutta rossa, in bocca i tannini sono in parte smussati dalla permanenza per 24 mesi in barrique; finale lungo.Prezzo medio in enoteca: 25 euro

Langhe Bianco Gastaldi 2000

Da uve sauvignon e chardonnay coltivate a Rodello, uno dei bianchi più interessanti del Piemonte. Esce dopo un lungo affinamento (senza l’uso di legno) ed è adatto a un invecchiamento prolungato grazie alla bella acidità che lo rende decisamente accattivante.Prezzo medio in enoteca: 20 euro.

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