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La Stampa / Speciale Vinitaly

L’eco-filiera di Tasca d’Almerita ... Dedita da fine Ottocento alla produzione di vino, la cantina guidata da Alberto e Giuseppe Tasca d’Almerita punta tutto sull’eco-sostenibilità. La famiglia, prima a credere nella dignità e competitìvità dell’autoctono Nero d’Avola, ma anche pioniera nello sperimentare i vitigni internazionali sull’isola, presenta a Vinitaly un programma di sostenibilità ambientale, realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Introduce, in sintesi, un codice di comportamento che garantisce al viticoltore di ottenere, in modo continuo e nel lungo periodo, benefici sociali ed umani e persegue obiettivi ecologici ed economici. Una strada maestra, per i Tasca d’Almerita, che si traduce nel legare il vino al territorio, riducendo la necessità di input esterni e quindi nel limitare i costi e preservare le risorse non rinnovabili per rispettare l’ecosistema e la qualità dell’ambiente di coltura. L’innovazione si sposa, del resto, con il marchio: sin dagli albori questa storica cantina è riconosciuta come un’azienda modello per la viticoltura italiana. Oggi la sua produzione ruota intorno alla Tenuta di Regaleali, un’oasi naturale al confine fra le province di Palermo e Caltanissetta e si estende alla Tenuta di Capofaro sull’isola di Salina dove viene prodotta la Malvasia, ai vigneti dell’Isola di Mozia, dove fa rivivere il vino dei Fenici, fino alla nuova tenuta ai piedi dell’Etna e alla cantina siciliana Sallier de la Tour, per la quale gestirà tutta la filiera fino alla distribuzione del prodotto.

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