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La Stampa / Speciale Vinitaly

Puglia: la passione è diventata eccellenza ... Gusto, innovazione, operosità, alleanze strategiche: fenomenologia di una regione in cui la filiera del vino si è fatta volano dell’economia e strumento di valorizzazione del territorio... Un patrimonio inesauribile di vitigni autoctoni e ben 26 etichette doc fanno del tacco dello stivale una delle aree più biasonate dell’enologia made in Italy... Incontri, degustazioni, workshop, laboratori, light lunch. È ricco il programma di iniziative che animerà gli spazi istituzionali della Regione Puglia al Vinitaly. Nel Padiglione 10, l’area occupata dall’assessorato alle Risorse agroalimentari è strutturata per accogliere opinion leader, giornalisti, buyer, enoturisti, appassionati gourmet e guidarli alla scoperta dei diversi territori vitivinicoli pugliesi - Daunia, Murge, Messapia e Valle d’Itria, Salento - e dei loro vitigni più rappresentativi, con 140 aziende partecipanti e 1500 etichette. Un vero e proprio itinerario tra le eccellenze produttive pugliesi, attraverso i numerosi eventi organizzati da Associazione Italiana Sommeliers Puglia, Movimento Turismo del Vino Puglia, Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino Puglia e Slow Food Puglia. “Guidati dalla qualità abbiamo raggiunto traguardi che onorano il talento dei nostri viticoltori. Il vitivinicolo è il fiore all’occhiello del nostro comparto, un modello da replicare anche per le altre filiere produttive, poiché riesce a fare sistema e per questo sa rispondere meglio alla sfida del cambiamento” dice l’assessore alle Risorse agroalimentari, Dario Stefano. “I produttori con grande determinazione hanno saputo investire sulla qualità e sulla innovazione, senza mai perdere di vista la tradizione e la identità che, anzi, oggi più che mai è ben riconoscibile in tutto il mondo proprio grazie alle eccellenze della nostra enologia”. Una eccellenza che si traduce anche nelle stime degli stessi produttori, che confermano il trend in crescita dell’imbottigliato, raddoppiato negli ultimi cinque anni. La Puglia, del resto, è una delle regioni più blasonate con i suoi 26 vini Doc, che insieme alla proposizione di sei Docg, alle proposte di aggiornamento dei disciplinari di produzioni di molti vini Doc e di istituzione di due denominazioni che legano il nome del vitigno al territorio (Negroamaro di Terra d’Otranto e Terre di Nero di Troia) e alle proposte di modifica delle Igt, “rappresentano gli elementi tangibili di un’area proiettata verso la qualità, forte anche di un patrimonio inesauribile di vitigni autoctoni”. “L’ambizione - aggiunge Stefano - è quella di divenire protagonisti assoluti della scena mondiale, per una qualità inimitabile e irripetibile su cui, tutti, occorre investire con maggiore determinazione”. Ancora cifre. Trecentomila ettolitri di vino Doc e 1 milione 350 mila di Igt prodotti nella regione, su una superficie complessiva di 23 mila 616 ettari nel 2009. “La qualità in Puglia - afferma Luigi Farace, presidente di Unioncamere Puglia - non è più la scelta stravagante ed estemporanea di qualche viticoltore passionale, ma è prassi collettiva, un dato di fatto che sta portando i nostri vini a raccogliere consensi sulle tavole italiane ed estere. L’enologia, non è azzardato affermarlo, è il comparto a più alta forza comunicativa di sintesi per un intero territorio in termini di gusto, innovazione ma anche ambiente, cultura e storia. In un buon bicchiere di vino siamo riusciti a mettere i progressi di un’intera regione (dall’agricoltura al turismo) oggi finalmente consapevole dei propri tesori. Il vino fa viaggiare la nostra immagine nel mondo. Di qui lo sforzo della Regione e Unioncamere Puglia nel sostenerla”. Se poi, viene un aiuto anche da Bruxelles, meglio ancora. Il riferimento va al dietro-front comunitario di nove mesi fa sui vini rosati da taglio, ottenuti da una miscela di bianchi e rossi: un ripensamento dietro il quale c’è anche l’azione di lobbing dell’Italia. Non è un caso: il consumo dei rosati sta crescendo - +20% nel Paese, +13% a livello globale - e quella made in Italy è la seconda produzione al mondo, dopo la francese, con circa 4,5 milioni di ettolitri. E la Puglia, plaude alla decisione Ue (insieme all’Abruzzo e alla Calabria), perché è una delle aree particolarmente vocate alla produzione di vini rosati. Quanto vale? Dieci milioni di bottiglie l’anno i volumi della produzione; 3,5 milioni quelle Doc (San Severo Rosato, Castel del Monte Rosato, Gioia del Colle Rosato, Brindisi Rosato, Lizzano Rosato, Lizzano Negramaro Rosato, Squinzano Rosato, Salice Salentino Rosato, Nardò Rosato, Leverano Rosato, Galatina Rosato), per un valore al consumo di 50 milioni di euro.

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