La Stampa / Tempo Libero

Il Picolit secondo Hemingway ... «E’ tanto piccolo questo Picolit che mette anche tristezza». Il lamento di Hemigway davanti ad un improbabile Picolit, sarebbe riecheggiato chissà quante volte di fronte a quei campioni smunti che ormai siamo abituati a trovare in giro. Saranno 20 anni che non riassaggiavo un Picolit così, come quello che produceva un anziano parroco friulano.

Un vino dalla tinta oro antico che al naso evoca note di miele e datteri maturi; in bocca è dolce, grasso, ampio, con una persistenza sul palato lunghissima. Che grande vino, che passione berlo e riassaggiarlo, per ritrovare in bocca la sensazione fresca del mallo di noce. Lo produce a Savorgnano del Torre Marco Sara, 29 anni, da 5 erede dell’azienda agricola di famiglia. Appena tre ettari, con la proposta dei vini in damigiana («Che adesso tirano nonostante molti avessero annunciato la fine») e due sogni nel cassetto.

I vini in damigiana, sono Refosco, Tocai, Merlot e Chardonnay, venduti a neanche e 2 il litro; i due sogni nel cassetto, scovati da Fabio Scarpitti, già campione mondiale dei sommelier, sono questo Picolit dell’altro mondo (appena 350 mezze bottiglie) e il Verduzzo (1000 mezze), entrambi appassiti per lungo tempo e poi vinificati come natura vuole. «Lo produco come facevano da sempre in queste zone - dice Marco - il Picolit dev’essere dolce, grasso, e per farlo così non filtro il vino, anche se può presentarsi torbido».

Sembra di ascoltare quel vecchio parroco, forse proprio di Povoletto, lo usava per la Messa. E c’è aria di piedi ben saldi a terra a sentire Marco: fare un vino per tutti i giorni e ricreare il sogno: il Picolit come deve essere. Quello che sarebbe piaciuto ad Hemingway: così grande da scacciare ogni tristezza.

Marco Sara, Povoletto (Udine), Tel. 0432 666066, una mezza bottiglia di Picolit, 15 euro