02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa / Tempo Libero

Dalla filosofia al Montepulciano ... E’ stato il miglior campione, su 42, degustato all’anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2001. A produrlo è un ex insegnante di filosofia, Vittorio Innocenti, che in tempi non sospetti (Anni 70) abbandonò la carriera per dedicarsi a vigne e cantina di famiglia. A farlo decidere furono quei filari incastonati tra il borgo medievale di Montefollonico, appartenuto al Granducato di Toscana, e Montepulciano. Con un solo desiderio: seguire con la moglie Maria Rosa (storica del teatro) e il figlio Tommaso (studente di enologia) ogni fase: dalla crescita delle viti alla vinificazione, con la voglia di entrare dentro al mestiere di vignaiolo e costruire, a partire dai suoi vini, rapporti umani con coloro che li avrebbero apprezzati. Non grandi numeri, allora, appena 30 mila l’anno, frutto di 15 ettari di colline argillose. E’ superbo questo Vino Nobile di Montepulciano 2001 (uve prugnolo, canaiolo e mammolo) che colpiva per il calore della viola e dei profumi animali (non ci si scandalizzi per l’afrore di cavallo sudato, in un vino con cui ci fai l’amore). E poi la potenza della persistenza, di rosso che ha un vero rapporto con la terra (e non la potenza dopata, di certi vini, costruita a tavolino). Sul taccuino rileggo: grande, vivo, elegante, sanguigno e giustamente tannico. Allo stesso modo la riserva 2000 di Vino Nobile, e quel Vin Santo 1995 (uve malvasia e grechetto) con note di pietra focaia e liquirizia. Solo nelle grandi annate produce Acerone, un sangiovese che sintetizza quella voglia di far parlare un territorio; ampio e avvolgente come gli altri nasce da uve selezionate, lunghe fermentazioni e assenza di filtraggi. Innocenti: un grande.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su