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La Stampa / Tempo Libero

Un rosso da lacrima ... Il Lacrima di Morro d’Alba di Lucchetti credo sia oggi la massima espressione di questo vino e quella nuance di ciliegia che non si perde mai è un saluto di primavera. Mario Lucchetti, a metà degli Anni 80, ha raccolto la difficile eredità del padre Armando, che era tra i più profondi conoscitori del Lacrima, storico vitigno che deve il nome al leggero sgocciolamento dell’acino in fase di maturazione, mentre l’«Alba» non ha nulla a che vedere con la cittadina piemontese.Nella notte dei tempi questo vino era già alle tavole di Federico Barbarossa. Ma quasi mezzo secolo fa, Armando, si mise a reinnestare la maggior parte dei vigneti che costituiscono attualmente la doc, contribuendo così, in modo determinante, alla sua diffusione e riscoperta.Mario ha quindi recepito la passione paterna, affiancandosi fin dall’inizio ad un enologo saggio come Alberto Mazzoni, padre di tanti vini doc marchigiani. Il vino in questione nasce da 12 ettari di terreni collinari; in vigneto si fa diradamento e scelta delle uve migliori, prima della vinificazione.Il campione 2003 del Lacrima di Morro d’Alba “Guardengo” (12 mila bottiglie), ha l’intensità delle uve tardive fermentate in acciaio; il colore è rosso vivace, al naso è vinoso, in bocca rivela un’ottima consistenza con una gradevole vena amarognola finale. E’ perfetto sulla porchetta, ma anche sull’agnello pasquale o su pesci importanti.Il fatto è che Lucchetti, vignaiolo pressoché ignorato da guide e censori, fa un Verdicchio dei castelli di Jesi altrettanto eccellente. Il 2003 ha la suadenza dell’ananas fresco, in bocca è sapido, elegante, fine, fragrante. Pensatelo con un uovo fresco di cascina e una manciata di asparagi.

Mario Lucchetti - Azienda Agricola Morro d’Alba (An) - Tel. 073163314 - una bottiglia di Lacrima Morro d’Alba Guardengo: Euro 14

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