La Stampa / Tempo Libero

Un Nebbiolo in versione spumante ... Si chiama Erpacrife ed il nome è già criptico. Nasce nelle Langhe ed è un prodotto nuovo ed antico, come se rappresentasse quell’atavica sete dei langaroli di passare oltre le colline per respirare il mare. E’ un nebbiolo, ma in versione spumante. Lo hanno creato quattro compagni di scuola all’Enologica di Alba, che rispondono a tre cantine piemontesi (Dogliotti di Castagnole Lanze, Stella di Costigliole e Scarzello di Barolo) ed ad una dell’Oltrepò (Calatroni di Montecalvo Versiggia). Che il prodotto non fosse una novità, lo sanno tutti: era un biglietto da visita civettuolo dei vignaioli di Langa che producevano per se stessi questo spumante rosato da aprire a fine pasto. Quello dei 4 moschettieri però ha connotati di finezza che non ci saremmo aspettati. E’ prodotto col metodo classico non dosato; ha colore che tende al rosato scarico, benché rifletta la brillantezza. A differenza dei campioni sperimentali del passato, il perlage è molto fine e ricco e quando accosti il vino al naso e alla bocca senti la rosa e la viola. Avete presente quelle caramelline di violetta che vendono nell’antiche pasticcerie e che rendono il palato fresco e pulito? Questo spumante è così, corroborato da profumi eterei ed intensi che ricordano il mare, e lo evocano anche nella sapidità del sorso, in quel secco molto secco, che lo colloca assolutamente a tutto pasto e giammai sopra ai dolci. Per ora ne fanno un migliaio di bottiglie, ma la fragranza del risultato è indicatore di una strada da percorrere. Ed è la strada tracciata dai giochi dei vecchi, che ancora una volta un gruppo di giovani ha salvato dall’oblio, regalandoci un brut che sarebbe perfetto con i batsoa fritti (piedini di maiale). Da provare.