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La Stampa / Tempo Libero

Metiuscio, gioiello del basso Salento ... Il 1990 segna una svolta per l'enologia patria, non solo per l'annata grande, ma perché un buon numero di aziende passano dal vino sfuso alla bottiglia. I Palamà di Cutrofiano sono di questi. Tredici gli ettari in produzione in una terra dove il sole concentra al massimo gli zuccheri degli acini di primitivo, negroamaro e malvasia nera. E dalle tradizioni contadine nasce il loro Metiuscio, che prende il nome da un termine ”grecizzato” del dialetto locale e significa ”Io mi ubriaco”. Di Metiuscio ne producono uno rosso (malvasia nera, negroamaro, montepulciano, primitivo), che ricorda, al naso, le ciliegie sotto spirito, mentre in bocca pulisce il palato con la setosità dei suoi tannini e uno bianco, (vendemmia tardiva di malvasia bianca e verdesca), premiato tra i Top Hundred, dal sapore fresco e asciutto: è ottimo coi crostacei. Assolutamente unico è il rosato da uve negroamaro in purezza: ha note rare di spezie ed è ghiotto col suo finale sapido che lo acclama accanto al sushi.Da citare il Metiuscio Oro, un passito ottenuto da uve malvasia nera, negroamaro, montepulciano e primitivo, che colpisce per le intense note amabili fruttate. Eccellente il Salento Rosso Mavro, ovvero una lunga macerazione di uve negroamaro e malvasia nera, affinate in barrique per 12 mesi. Ha un colore quasi nero e i sentori sono di cannella, cuoio e frutta cotta. Infine il Rosso Primitivo Albarossa, corposo e rotondo, in cui si percepisce netto il soave afrore del talco. E là dove si respira tradizione, stona un poco il fatto che il 95% dell’intera produzione (200 mila bottiglie) sia destinato all'estero. Che dire? Si capovolgerà il detto ”nemo profeta in patria”!

Azienda agricola Palamà, Cutrofiano (Lecce), Tel. 0836542865, una bottiglia di Metiuscio Salento Rosso: euro 10

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