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La Stampa / Tempo Libero

Dall'Isonzo la purezza dei vini friulani ... "Chi lascia la strada vecchia per quella nuova ...". Il proverbio si adatta a chi spesso dimentica il primato del Friuli nei vini bianchi ed anche a Mauro Drius (44 anni), uomo di poche parole che preferisce lasciare ai suoi vini il compito di raccontare la storia di una famiglia legata ai vitigni del Nord-Est. Un mondo racchiuso in dodici ettari nella vallata dell'Isonzo, a ridosso delle due doc, Friuli Isonzo e Collio, per 70 mila bottiglie l'anno. Ecco, diciamo che Drius ci ha riconciliato con un Friuli troppo spesso ondivago, sballottato tra tradizione ed innovazione.

Lui ha la capacità di "trasportare" in bottiglia significati di appartenenza, pulendoli da eccessive contaminazioni modernistiche. Dal lavoro in vigna a quello in cantina nulla è lasciato al caso. Sono gli insegnamenti di Sergio, il padre di 74 anni, ancora attivo in azienda; lo dice il grandioso Collio Tocai Friulano 2003, che al naso ed in bocca ha la freschezza della mela e della mandorla. E' un vino dall'aroma lunghissimo, ottenuto con uve vinificate in vasche d'acciaio a temperatura controllata. Molto fine, schietto, accarezzato da una piacevole acidità è poi l'Isonzo Pinot bianco, che rimane una delle espressioni più raffinate del Friuli enoico, ancorché frutto di vigne vecchie.

Lui fa pure Isonzo Tocai, Isonzo Malvasia e Isonzo Pinot grigio. E che sia un tipo che lavora per affermare la purità del vino lo s'intuisce assaggiando anche i tre campioni affinati (molto bene) in barrique: la cuvée "Vinis di Siris" 2002 (tocai, sauvignon e pinot bianco), l'Isonzo Cabernet 2001, caldo, erbaceo, tannico e l'Isonzo Merlot 2001, che è molto più intenso, ampio, con la nuance di prugna matura che si rincorre dal naso al palato. Un grande.

Mauro Drius, Cormons (GO), tel. 0481/60998, una bottiglia di Collio Tocai Friulano: euro 11

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