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La Stampa / Tempo Libero

Il rosso che tradì il generale De Gaulle ... "Fu De Gaulle a ispirare il nome di questo vino. Era il 1967 e il generale si trovò in una cena dove i vini non lo avevano soddisfatto. Sennonché, quando giunse in tavola quel rosso, commentò: «Questo sì è uno dei nostri». E invece di francese aveva solo quel taglio bordolese, fatto però con uve del Veneto. L’autore di quello che sarebbe poi divenuto il rosso «Capo di Stato» era il conte Loredan Gasparini, discendente del Doge di Venezia, inquilino di una villa palladiana sulla riviera del Montello.L’azienda vitivinicola, 100 ettari tra Montebelluna e Asolo, la fondò nel ’53, suggestionato dai tre anni passati in Francia. Introdusse le prime barbatelle di cabernet sauvignon e franc, merlot e malbech consegnando una leggenda al cambio di proprietà della tenuta, nel ’73, col passaggio all’industriale tessile Giancarlo Palla, abile nell’imprimere uno spirito imprenditoriale ad un vino mitico. Il Colli Trevigiani «Capo di Stato» nasce in uno storico vigneto denominato «Le 100 piante» dove trovano dimora filari di mezzo secolo. Le uve di cabernet sauvignon (65%), cabernet franc (20%), merlot (10%) e malbech (5%) vengono fermentate per una ventina di giorni prima di essere affinate per almeno 24 mesi in botti di rovere francese di varie carature e poi in bottiglia per un anno.All’assaggio del campione 99 colpiscono il colore rosso rubino concentrato, i profumi erbacei e speziati e poi in bocca quell’evoluzione di acidità e tannicità che ricercano un equilibrio. Il sorso è morbido, ma il carattere possente (caratteristica la nota amara) rimarca un territorio, così come il glorioso Venegazzù, dai gradevoli sentori muschiati. Una curiosità: l’etichetta di Zancanaro è doppia: riassume l’anima maschile e femminile del vino.

Conte Loredan Gasparini, Volpago del Montello (Treviso), Frazione Venegazzù, tel. 0423/870024, una bottiglia di Capo di Stato: euro 28 (arretrato de "La Stampa" del 10 luglio 2004)

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