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La Stampa / Tempo Libero

Il Brunello del veterano ... «Leno-Montalcino». E' lungo questa direttiva geografica e sentimentale che nasce uno dei più interessanti, Brunello di Montalcino degustati quest'anno. Il protagonista è un volitivo settantenne che ama ancora le sfide: Roberto Bellini, bresciano doc, da oltre sei lustri in viaggio tra la natia terra bresciana e quell'angolo di Toscana all'estremità della provincia senese dove negli anni '70 investì sogni e certezze nei filari di sangiovese. La sua prima creatura risponde al nome di azienda agricola Chiesa di Santa Restituta, sorta attorno ad un ettaro vitato di sangiovese. Ma a metà degli anni '90, l'incontro storico con Angelo Gaja, il "guru" del Barbaresco, lo portò ad una joint-venture, durata tre anni. Dopodichè Bellini lasciò quei vigneti che affiancano quelli del sommo Gianfranco Soldera (il n. 1 del Brunello) per diventare socio del Podere Brizio. Ed oggi, i quasi nove ettari a sangiovese, per 30 mila bottiglie l'anno, raccontano di un Brunello di Montalcino elegante e raffinato, proprio come l'etichetta raffigurante una rara moneta senese d'argento del 1556 (la "parpagliola") di proprietà di Bellini. Questo Brunello 1998, che assaggiamo una sera a Leno, insieme a Giovanna Prandini e ad una faraona ripiena da urlo, è ottenuto - e non sembra vero - da un primo passaggio in barrique, cui segue un periodo più lungo (14/15 mesi) in botte grande. Dopo 10 mesi in bottiglia, ecco un vino dal colore rubino brillante, sentori balsamici e speziati con note di ciliegia mature; al palato è armonico, fruttato, con una tannicità equilibrata che lo rende particolarmente serbevole. Fa il paio con un Colli Toscana Centrale (95% sangiovese, 5% merlot), superTuscan ante litteram che punta sempre sul fruttato. Benedetta Toscana!

Podere Brizio, Montalcino (Siena), tel. 0577/846004,

una bottiglia di Brunello di Montalcino: euro 30

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