La Stampa / Tempo Libero

La T di Bartolo o del Barolo ... Bartolo Mascarello aveva dei punti fissi: il vino fatto come gli aveva trasmesso il padre e il Barolo sulla sella di lepre. Ma quando m'aprì la magnum del 1964, mi offrì biscotti, perché aprire una magnum di Barolo era una festa. E poi il Barolo aveva il colore arancio dei pittori rinascimentali, altro punto fisso, in spregio ai Barolo dai colori concentrati che tradiscono l'origine. Quando, accanto a cento altri, assaggiavamo i vini dell'ultima annata, quello di Bartolo non "arruffianava". Leggevi i nomi dei campioni anonimi, alla fine, e lui era lì, a metà. Per forza - mi son detto - il suo inizia a maturare, mentre altri fanno i Barolo "da bere giovani", pronti e con il maquillage. Stimai Bartolo quando una sera aprii due bottiglie, una era di Elio Altare, l'altra sua. Non sarà bello fare paragoni, ma i vini poi bisogna sceglierli. E io scelsi il suo, amandone la pulizia, la forza. Poi i due vennero indicati come gli alfieri del "tradizionale" e dell'"innovativo". Perché, c'è anche un Barolo innovativo? Che bella quella chiacchierata di mattina presto: "Io faccio un Dolcetto 'nebbiolato', che passa sulle vinacce del nebbiolo per avere più forza. E mi dicono che non si può fare. Però autorizzano la barrique". Sbagliava? Il suo Barolo 2000, che bevo adesso, è così: colore mai troppo carico, limpido: tende al Rinascimento. Ha profumi minerali dei vigneti di Cannubi, San Lorenzo, Ruè, Rocche di Barolo; poi l'alcol che spinge su la viola di rugiada, che si fa intensa come il colore rosso-rosso del suo bunet. C'è austerità, ma anche generosità di cuoio, spezie, note di pelle animale. In bocca è tannico, ma pure acidulo, e chiude un sorso d'eleganza. Un'annata che sarà longeva, come il ricordo di Mascarello Bartolo, patriarca del Barolo vero.

Bartolo Mascarello, Barolo (Cuneo), tel. 017356125, una bottiglia di Barolo 2000: 45 euro