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La Stampa

Road show del Consorzio a Mosca: missione anticontraffazioni in attesa di un accordo con la Russia ... Degustazioni e presentazioni del prestigioso spumante, ma soprattutto una fitta serie di contatti per combattere le imitazioni del prodotto italiano che è stato copiato un pò ovunque nel mondo. Questo il «compito» della trasferta in terra russa del Consorzio di tutela dell´Asti. Così la partecipazione alla «Prodexpo», principale fiera dell´Est di prodotti alimentari rivolta agli operatori del settore (vanta 100.000 visitatori) è stata l´occasione per fare una campagna sulla repressione appunto delle frodi. «Abbiamo avuto contatti - spiega Elio Pellissetti, direttore del Consorzio di tutela dell´Asti - con i responsabili delle dogane e molti operatori. Abbiamo illustrato come noi tuteliamo la denominazione d´origine. In Russia l´Asti è stato "clonato" con la commercializzazione di una bevanda aromatizzata con prodotti non certo di qualità. Viene prodotta in quel paese e imbottigliata in Polonia ... Sui dati di produzione dello spumante «clonato» (con tanto di etichetta firmata) neppure alla dogana russa si conoscono nei dettagli i quantitativi. «Alla frontiera - precisa il direttore del Consorzio di tutela - non vengono fatte verifiche della designazione sulle etichette. Di fatto viene permessa l´importazione del numero di bottiglie sulle quale si paga regolarmente la tassa e i controlli sono concentrati sulla conformità dei versamenti dell´imposta». Lo spumante versione russa viene presentato in una bottiglia leggera, etichetta storta, indicazione di frizzante prodotto italiano, persino con i colori della nostra bandiera. Solo una piccola annotazione avverte che si tratta di una bevanda composta da acqua, zucchero, alcol e aromi di varie specie. Così il Consorzio punta su un lavoro preventivo: non può esserci Asti senza autorizzazione specifica, avvalorata da certificazione del Consorzio. Ma sarà necessario un accordo bilaterale fra l´Italia e la Russia (e gli altri paesi dove sono stati segnalati casi di imitazioni). «Il ministero italiano - aggiunge Pellissetti - è sensibile a questa questione. Faremo da apripista per tutte le denominazioni. Il mercato russo inizia ad essere interessante: sulla produzione annua di 70 milioni di bottiglie (80% destinato all´esportazione), un milione vengono vendute fra Mosca e San Pietroburgo. Le aziende hanno già sottoscritto contratti con importatori e i prezzi sono buoni». Le imitazioni dell´Asti non sono solo in Russia, ma anche in Brasile, Messico, Polonia e Ungheria, oltre all´Argentina. Il Consorzio di tutela ha registrato il marchio Asti in centinaia di paesi. Oltre all´attività di educazione nei vari mercati internazionali il Consorzio punta a sempre maggiori controlli per la garanzia delle aziende e dei consumatori, oltre alla promozione istituzionale con la partecipazione non solo a eventi di settore, ma anche aperture verso il mondo della moda, la lirica e l´opera (si stanno perfezionando accordi con la Scala di Milano, l´Arena di Verona e il Regio di Torino).

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