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La Stampa

Il presidente dell'Unione Italiana Vini, Ezio Rivella, parla di tentativo di danneggiare la nostra enologia: «idea assurda, il settore è in crisi. Il danno per la fascia media di prodotto sarebbe gravissimo» ... Che cosa ne pensa Ezio Rivella, presidente dell´Unione Italiana Vini della tassa proposta da Bruxelles? «E´ una storia vecchia - risponde Rivella - che ogni tanto riaffiora perché i Paesi del Nord Europa hanno una tassa sul vino e quindi vogliono farla mettere anche agli altri. Una cosa alla quale ci siamo sempre opposti perché tra l´altro andremmo a colpire proprio i consumi diciamo dei meno abbienti, perché 200 lire su una bottiglia da 50.000 sono niente, su una bottiglia da 3000 sono tante». Questi soldi a chi andrebbero a finire? «Dovrebbero andare indirettamente alla Comunità, per contribuire alla politica verde, attraverso lo Stato che li incassa e li gestisce». C´è l´ipotesi che i tecnici europei siano stati condizionati da qualche lobby. E´ possibile? «Questo è sempre ipotizzabile, perché la birra è tassata, mentre il vino no. E anche ai produttori di analcolici una tassa sul vino certo non dispiacerebbe». Però la Francia, grande produttrice vitivinicola, una piccola tassa l´ha imposta. Perchè l´Italia no? «Noi abbiamo sempre difeso il vino come consumo alimentare massicciamente diffuso in tutte le fasce sociali della popolazione italiana, quelle più deboli in particolare». C´è anche l´ipotesi che questa tassa sia fatta per evitare esportazioni transfrontaliere. Cioè che si mandi, ad esempio, del vino in Italia e poi lo si riporti in Francia per non pagare l´imposta. Possibile? «Tutto è possibile, ma in linea generale non direi, visto che i paesi dove c´è questa tassa la applicano su tutti i vini al momento della vendita sul territorio nazionale». Certo che, prima le aperture ai vitigni Ogm, poi l´ipotesi di questa tassa. Pensa che Bruxelles ce l´abbia col vino? «No. E´solo che la Commissione europea sta diventando sempre più farraginosa, fiscale, normatoria. Sembra che a Bruxelles ci siano solo ragionieri, con tutto il rispetto per chi svolge nelle sedi idonee questa professione». Secondo lei come va a finire la storia di questa tassa sul vino? «Molto dipende dall´opposizione che faranno il Governo, le organizzazioni agricole e quelle dei produttori. Terremo duro finchè possiamo». Ma in conclusione? «Temo che, prima o poi, se non è un anno sarà l´altro, riusciranno a farla passare. Ma questo non dovrà succedere prima che il settore si sia stabilizzato».

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