La Stampa

Vino, grandi nomi a rischio: Bruxelles pensa di tagliare alcune menzioni tradizionali. Salvo in extremis il Brunello ... Dopo il latte, ecco il vino. Non c´è pace per l´agricoltura italiana che in queste settimane è sottoposta al tiro incrociato delle decisioni dell´Unione Europea e dell´offensiva di marchi di multinazionali ... L´ultima tegola in arrivo da Bruxelles la denuncia Ezio Rivella, presidente dell´Unione Nazionale Vini: «Esiste un meccanismo perverso della burocrazia per cui si rischiano di fare grossi danni nel tentativo di applicare regole assurde, pur se motivate da buoni propositi». La conseguenza? Potrebbero perdere la denominazione «tradizionale» 7 dei 22 vini italiani inclusi nella lista «b», quella che gode di una maggior tutela da parte dall'Ue. Ma che cosa è successo? Sono state tagliate le liste delle menzioni tradizionali cioè dei termini protetti da riportare nelle etichette dei vini presentate dal nostro Paese. Spiega Rivella: «Inizialmente era stata addirittura cancellata la menzione Brunello dalla lista presentata dall'Italia, poi reintrodotta in seguito a fortissime proteste. Se ciò non fosse avvenuto il rischio era ritrovarsi un Brunello prodotto in Spagna o in Grecia». E così Davide Gaeta, consigliere delegato dell´Uiv domanda: «Perché penalizzare solo l'Italia? Si tratta di un sopruso che va respinto con tutti i mezzi. La posizione del Ministero delle Politiche Agricole in proposito deve essere chiara e decisa: una netta opposizione». La risposta di Giovanni Alemanno è immediata: «Siamo in continuo contatto con le autorità comunitarie per cercare di completare la lista delle menzioni dei vini rivendicate dall'Italia». Aggiunge: «È nostra intenzione mantenere per il settore vitivinicolo un sistema specifico di denominazione diverso da quello degli altri prodotti agroalimentari, cui si oppongono invece i paesi non produttori. Valuteremo, alla luce del documento finale, la posizione da prendere in sede comunitaria in stretta sinergia con le Regioni e il mondo produttivo» ...