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La Stampa

Il mercato dà segni di frenata ... "I produttori italiani? Dovrebbero fare un “esame di coscienza” sul prezzo a cui vendono le proprie bottiglie". Parola di Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini, la “Confindustria del vino”, secondo il quale "nell’attuale fase di stanchezza del mercato, in cui i consumi non crescono più allo stesso ritmo dell’offerta, è indispensabile fermare l’innalzamento dei prezzi, in alcuni casi arrivati a livelli inaccettabili"». Ma l’invito alla riflessione lanciato da Rivella sul “caro-prezzi” del vino italiano non si limita a questo: "Sembra ormai che tutti i produttori vogliano posizionarsi con i loro vini nella fascia di prezzo più alta, sopra i 30 euro per bottiglia – spiega il presidente dell’Unione Italiana Vini – Non tengono conto che dall’altra parte il mercato sta attraversando un momento di “fiacca”, caratterizzato da consumi che viaggiano ad una velocità rallentata rispetto alla produzione. Non tutti i vignaioli possono pensare di realizzare vini di vertice. A mio avviso, ad oggi, non esistono più di 20 etichette in Italia che possono davvero permettersi di stabilire il prezzo che vogliono: sono i vini di culto, quelli ormai entrati a pieno titolo nel gotha del panorama vinicolo nazionale". "Per tutti gli altri trovo indispensabile aprire - conclude Rivella - una seria riflessione sui prezzi, soprattutto in previsione di possibili problemi di assorbimento da parte del mercato, che possono sopraggiungere in un futuro non troppo lontano. I consumatori stanno già mandando dei segnali, è nostro dovere ascoltarli con attenzione, per il bene dell’intero comparto vitivinicolo" ...

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