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La Stampa

Verso la vendemmia più povera da 45 anni. Le previsioni di Assoenologi: quantità scarsa, pochi i picchi di eccellenza ... Quella del 2002 sarà un´annata povera per il vino italiano. Le prime previsioni dell´Assoenologi parlano di una vendemmia che, come quantità, sarà la più scarsa degli ultimi 45 anni e con una qualità molto eterogenea, ma che non va oltre una buona media. «Non si produrranno più di 47 milioni di ettolitri di vino con un calo del 10% rispetto allo scorso anno, che già fece registrare solo 52,3 milioni di ettolitri contro i 54 milioni della media quinquennale - dice il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli -. Siamo di fronte alla vendemmia più scarsa dal 1957, quando non si andò oltre i 42,8 milioni di ettolitri». «Sotto il profilo della qualità - continua Martelli - nella stessa regione il sufficiente si scontra con l´ottimo ed il mediocre con l´eccellente. Complessivamente siamo su una classificazione di "buon", ma con scarsissime punte di ottimo e molte di medio. Qualche chance in più l´avranno le uve tardive, come i nebbioli, che potranno recuperare, ma solo se le condizioni climatiche di settembre saranno soddisfacenti». I prezzi all´ingrosso delle uve precoci e dei relativi vini sono comunque già lievitati dal 15 al 30% a seconda delle zone e delle varietà, con punte anche del 40% per alcune partite. Anche in generale la tendenza è verso un aumento, con punte decisamente più elevate per i prodotti richiesti dal mercato e disponibili in minime quantità. Inoltre, per la prima volta dopo diversi anni, riprende quota il vino bianco. «Tutto questo è solo una proiezione - tiene a precisare il direttore di Assoenologi - visto che il pieno della vendemmia si verificherà intorno al 10 settembre e, al momento, non ci sono ancora contrattazioni significative». La cosa certa è che si è trattato di una pazza annata, caratterizzata da gelo, caldo, grandinate, siccità e nubifragi, che fino a luglio hanno annegato la produzione al Nord e bruciata al Sud. «Qualitativamente parlando bisogna però innanzitutto sfatare che la grandine sia la causa del decremento qualitativo e quantitativo di quest´anno - sottolinea Martelli - è vero, le grandinate sono state anomale ed abbondanti, ma come sempre succede, hanno investito zone circoscritte del Piemonte, della Lombardia, del Veneto e delle Marche. I problemi qualitativi e quantitativi della produzione 2002 nascono piuttosto dall´imprevedibile andamento stagionale che ha imperversato tra primavera ed estate, determinando squilibri vegetativi, irrazionali fasi di accumulo e l´insorgere di malattie crittogamiche». In un panorama non esaltante alcune varietà tardive potrebbero però dare vini di grande interesse. Per il Nebbiolo di Piemonte ed alta Lombardia, l´Aglianico di Campania e Puglia, così come per il Sangiovese in Toscana, manca ancora almeno un mese alla raccolta e, se le giornate di settembre saranno ricche di sole e povere di pioggia, non si escludono gradite sorprese. «Quantitativamente parlando, invece, la prima elaborazione dei dati fa prevedere una produzione di uva compresa tra i 62 e i 65 milioni di quintali, quindi decisamente inferiore a quella dello scorso anno, quando ne furono vinificati 71 milioni di quintali - spiega Martelli - . Detta entità trasformata in vino sulla base di un coefficiente di rese del 74% , ricavato dalla media delle rese degli ultimi 10 anni, fa ipotizzare una produzione di 47 milioni di ettolitri, ossia il 10% in meno di quella della campagna 2001, che già era deficitaria del 6% rispetto alla media produttiva del quinquennio 1996-2000, pari a 55,7 milioni di ettolitri».

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